Lo studio della guerra è considerato un'attività alquanto "sospetta", in quest'epoca di irenismo diffuso. Come sempre accade, tuttavia, dietro le immagini tranquillizzanti si celano realtà che lo sono molto meno. E' vero, ad esempio, che la guerra classica, tradizionale, è destinata a risultare sempre meno utilizzata, dal momento che i costi che essa impone sono nettamente superiori ai vantaggi che può offrire. Ma, proprio a seguito di tale constatazione, negli ultimi decenni, a cavallo tra i due millenni, la concezione della guerra si è molto dilatata, ha assunto aspetti sempre più complessi e multiformi, ed è diventata più che mai "la continuazione della politica con altri mezzi", mezzi che a loro volta si sono fatti molto più complessi, articolati, sofisticati, confermando, oltre alla celebre massima clausewitziana testé citata, anche il meno noto ma non meno veritiero principio del grande pensatore prussiano per cui "la guerra è solcata in ogni direzione da forze morali".
Su questo sfondo, il libro del generale Emilio Canevari - una delle più brillanti menti militari italiane del periodo tra le due guerre mondiali - di cui ho curato la prefazione a questa riedizione (Oaks Editrice, Milano 2019, 240 pagine, prezzo 20 euro), rappresenta un modo semplice ma non semplicistito per acquisire alcune nozioni fondamentali sui principi fondamentali della guerra così come sono maturati in Germania nel periodo che va da Federico il Grande a Hitler.
Prevedibile la tentazione di considerarlo un libro per specialisti, mentre si tratta soprattutto di un sintetico compendio, scritto con notevole maestria e semplicità di linguaggio, su alcune figure fondamentali del pensiero militare germanico, analizzate in un'ottica ormai datata (quella del secondo conflitto mondiale), ma che ci consente comunque di vedere come "i fondamentali" della guerra rimangano tali, pur se le sue forme esteriori tendono significativamente a mutare.
Personalmente, sono convinto che la guerra accompagnerà sempre di più le nostre vite e - nelle sue forme di guerra ibrida, guerra mediatica, guerra economica e guerra informatica, per non citarne che alcune - lo sta facendo ogni giorno di più, anche se ai fautori del "pensiero unico", ovviamente irenista, fa molto comodo fare riferimento ad alcune geremiadi come le riflessioni sulla pace universale, senza peraltro specificarci: 1) che è quella che vogliono imporci a viva forza, pur se subdolamente; 2) che è una "pace eterna", nel senso che vogliono costringerci a vivere da morti e schiavi credendo - suprema illusione! - di essere vivi e liberi.
Piero Visani
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