martedì 3 settembre 2019

I re regnano ma non governano; i presidenti sì...

       Nelle monarchie costituzionali di durata plurisecolare, si dice che "il re regni ma non governi". Questa tradizione deve essere ormai apparsa vecchia e stucchevole ai demototalitari, quelli che sanno sempre bene che cosa ci serve, e come. Non nel senso di che cosa serve a noi, ma in quello - vagamente più limitato - di quello che serve a loro per dominarci con il sorriso sulle labbra, come è tipico di tutte le monarchie assolute (e per nulla costituzionali) del grande e felice (o quasi) mondo di SODOMIA.
       Nella monarchia liberale del Regno d'Italia (1861-1946), la prerogativa dei sovrani di casa Savoia si limitava in genere alla scelta del Ministro della Guerra, che di fatto era la longa manus del sovrano per il controllo di quanto costituiva la garanzia del suo potere, vale a dire le Forze Armate.
       In quei decenni bui, dove la repressione a carico del cittadino comune era terribile (ma non controllavano alla gente i conti correnti, forse perché erano pochi e appartenenti a un'unica casta di beati possidentes ad averli, dunque non ci sarebbe stato molto da rubare, e quasi tutto in casa...), il sovrano poteva dire la sua su un solo dicastero.
      Nella "felicissima" Italia repubblicana, a parte la Chiquita (che conta tantissimo, come sapete, vista la natura della Repubblica) e il fatto che l'aborrita monarchia è stata abolita, i retaggi del potere assoluto, a parte qualche parentela controversa e non riconosciuta, non ci sono più e il presidente - repubblicanissimo e democraticissimo - arroga a sé, al più, il diritto di nomina di quattro dicasteri (Difesa, Esteri e altri due economico-finanziari): insomma, vince per 4 a 1.
      E noi - incapaci di essere tra quelli che "dicono no" (altrimenti Vasco Rossi si adira e ci fa causa) - perdiamo ogni fiducia nel "migliore dei mondi possibili" e davvero ci sentiremmo presi per le terga se per caso ci assalisse il desiderio (ma non accade, non può davvero accadere, stante la situazione) di cantare "Liberi, liberi". In effetti, una cosa è essere presi per le terga dagli apologeti delle SODOMIE di massa, un'altra è credervi... Meglio tacere, quindi. Che la farsa (democratica) continui!!

                                                      Piero Visani 



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