lunedì 15 gennaio 2018

Cecità... selettive

       Anni fa ebbi la pessima idea di protestare contro una corte dei miracoli di soggetti di colore che, nel parcheggio del supermercato abitualmente frequentato da mia moglie, la importunava con richieste di denaro e talvolta anche con velate minacce.
       Ne investii la stazione dei carabinieri della mia città e, oltre a solidi sguardi di compatimento e a ventate di aria scocciata, ne ottenni la "soddisfacente" risposta che i soggetti in questione stavano esercitando il loro "diritto alla sopravvivenza" nell'importunare la mia consorte e dunque, in ultima analisi, erano legittimati a farlo. Mi appuntai la risposta, visto che proveniva da elementi qualificati delle forze dell'ordine e mi ripromisi di utilizzarla ogni volta che dovessi essere molestato da appartenenti all'universo della perversione fiscale. Dopo tutto, anche io - credo - dovrei poter esercitare il mio "diritto alla sopravvivenza"...
       Ora leggo della iniqua sorte toccata a un gatto caracal ibrido a Milano, che - a stare alle descrizioni dei giornali - pare aver minacciato le vite di molti ignari cittadini. Non ho mai compreso lo zelo dei zeloti. Quello stesso zelo che porta a trasformarsi in "volonterosi carnefici" quando il livello di pericolosità del "nemico" è basso, molto basso, prossimo allo zero o addirittura allo zero assoluto.
       Risiedo in una città dove la legge è applicata a geometria variabile, a seconda che uno appartenga a determinate etnie o meno. Vivo in un Paese dove la legge è "uguale per tutti", a condizione - ovviamente - che uno sia orwellianamente molto più "uguale" dei propri simili. Vivo in uno Stato dove è possibile commettere - spesso impunemente - varie tipologie di reati, anche molto gravi, ma ora ho infine appreso qual è il "nemico pubblico numero uno": una specie un po' particolare di gatto, uno che non sbrana la gente ma in teoria forse potrebbe. In pratica, un indebito concorrente di coloro che sicuramente la sbranano quotidianamente, ma forse non potrebbero e neppure dovrebbero. Così, tout se tient: in un'economia falsamente di mercato, le concorrenze indebite debbono essere subito eliminate, altimenti creano alterazione di situazioni sicuramente consolidate...

                            Piero Visani




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