E' del tutto evidente che io non sono nessuno rispetto al professor Paolo Savona, dunque non vorrei fare paragoni improponibili, tuttavia - si parva licet componere magnis - ho avuto qualche precedente in termini di "reati d'opinione" anch'io, nella pur democraticissima Repubblica italiana.
Giovane assistente incaricato di esercitazioni presso la cattedra di Storia del Risorgimento della Facoltà di Lettere dell'Università di Torino, ebbi la "cattiva" idea di prendere parte al movimento della "Nuova Destra", nato in Italia sulla scia della "Nouvelle Droite" francese di Alain de Benoist, Guillaume Faye, Michel Marmin e molti altri. Non appena la cosa si venne a sapere in Facoltà (correva la fine degli anni Settanta) mi venne fatto serenamente comprendere che era meglio che "cambiassi aria". Nulla di personale, ovviamente, ma certe opinioni erano improponibili in un ambiente serio come quello accademico...
Incaricato di dare consigli comunicativi per l'istituzione militare italiana presso il CEMISS (Centro Militare di Studi Strategici), mi venne fatto cordialmente comprendere che, se avessi continuato nella mia linea di ostilità alla tesi dei "soldati di pace" (per me ridicolo ossimoro) e del "pacifismo militare", ci sarebbero stati problemi a continuare la collaborazione con me. Con molta delicatezza, peraltro, mi venne tolto un contratto alla volta, così potei prendere le mie precauzioni per tempo. Nulla di personale anche qui, ma "reati d'opinione" molto gravi, nel senso che non ero in linea con l'ideologia dominante...
Non avevo 82 anni, ma solo poco più di 50, ma non mi passò nemmeno lontanamente per la mente di barattare una o più consulenze per un ossequio all'ideologia dominante. E me ne andai per la mia strada. Sapevo già, perché lo avevo appreso a mia spese, quanto fosse tollerante la democrazia italiana, per cui non mi sono più sorpreso di niente e tanto meno me ne sorprendo oggi. E non credo neppure che, per quanto mi riguarda, ci siano state interferenze straniere. Ero un pesce troppo piccolo. Ma i "democrats" nazionali furono lieti di togliermi l'acqua... E' la loro idea di pluralismo.
Piero Visani
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