Editoriale di Marcello Sorgi su "La Stampa" di oggi. Suggerimento al premier incaricato Giuseppe Conte: dare prova di "consapevolezza che il nuovo mestiere che si è scelto è fondato su una regola non scritta: governare è fare quel che si deve, e non ciò che si vuole".
Commento mio: è per quello che votiamo liberamente in democrazia: per far quel che si deve, e non ciò che si vuole.
Domanda ingenua: E chi stabilisce ciò che si deve? I "custodi", i mercati, l'Eurolager. Trasuda di immensa "libertà" questa simpatica visione. Genere, "siete arrivati al governo sulla base di un preciso programma e di maggioritario suffragio popolare al medesimo. Ora dovete fare 'ciò che si deve'".
Domanda scema: ma se "ciò che si deve" si sapeva già prima, per quale ragione si è consentito che talune forze politiche presentassero un programma basato (solo in parte, non illudiamoci) sul "ciò che si vuole" e a noi poveri schiavi fosse permesso di votarlo nelle solite elezioni farsa? Per essere poi costretti a "fare ciò che si deve"?
Domanda un po' più seria: in che cosa la democrazia "guidata", anticamera di quella totalitaria, differisce da una dittatura?
Piero Visani
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