Per diletto, ogni tanto scrivo qualcosa. Per lavoro, mi occupo di tante cose, anche di revisioni editoriali, specie in ambito accademico. Posso garantire - anche se non molti mi crederanno - che i "capi espiatori" (al posto di "capri") si sprecano; poi non mancano le trade unions confuse con i traits d'union, e viceversa, e ad altri florilegi non faccio cenno, perché sto raccogliendo un'antologia, sul tema, e vorrei pubblicarla.
Essendo notoriamente un dilettante e avendo sempre scritto libri di taglio giornalistico, a volte tiro qualche bel sospiro di sollievo per non essere mai riuscito a sfiorare - per manifesta insufficienza culturale - tanta splendida sapienza accademica.
Quanto agli interventi sui congiuntivi, quelli richiedono un impegno diuturno, perché ormai sono come l'araba fenice, per cui la loro esistenza è formalmente nota, ma la loro irreperibilità pressoché totale e occorre riportarli alla luce, pagina dopo pagina, con un lavoro certosino.
A volte, poi, mi chiedono di scrivere testi molto appropriati e compiuti, e me li rimandano indietro dicendo: "qui non si capisce niente!". E io - che ancora sono dell'idea che Napoleone abbia perso, e non vinto, a Waterloo - rinuncio ad ogni tardivo sogno di gloria e comprendo infine i miei gravissimi limiti. Non c'è gusto, in Italia, ad essere minimamente acculturati e, infatti, io neppure spero più "che me la cavo". Lascio doverosamente campo libero a cultura e sapienza!!
Piero Visani
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