Il mio interesse per la politica, da giovane molto elevato, si è drasticamente ridotto, fino ad azzerarsi, quando mi sono reso conto che, quanto meno in Italia, l'essenza del 'politico' non era la contrapposizione amico/nemico, per dirla con Carl Schmitt, ma la convergenza 'io tasso-tu tassi-noi tassiamo'.
Abituato a vivere del mio lavoro e delle mie eventuali capacità, non legato ad alcuna greppia, ostilissimo a molte forme di Welfare State, abituato a vivere (e morire) come un lupo solitario, ho finito assai presto per non riconoscermi non tanto in alcun tipo di politica, ma certamente in nessun tipo di politico, visto che l'evidente obiettivo dei medesimi era solo ed esclusivamente ingrassare se stessi, le clientele e le burocrazie che li supportavano e li supportano, mediante livelli crescenti di tassazione.
Sorrido perciò divertito nel vedere "il governo del cambiamento" (cambiamento de che...?) prepararsi a mettere una nuova tassa - l'ennesima - sulle auto, ovviamente per nobili motivazioni ecologiche, perché non si deve mai tassare (atto di espropriazione privatistica - non pubblicistica come si sostiene, per completare la presa per le terga delle "anime belle" - di denari) se non che per il "bene comune", un valore che in genere si quantifica con "sempre meno soldi in tasca a noi e sempre di più al trinomio politici-burocrati-rispettive clientele".
Se questo avrebbe dovuto essere il governo del cambiamento, io ci vedo invece una continuità di inclinazione alla tassazione totalizzante che è tipica della maggior parte dei governi europei. Accompagnati dalla fiscalità dalla culla alla tomba, cercheremo di accelerare il più possibile l'itinerario prescritto, in modo da concluderlo al più presto, visto che non è obbligatorio stare troppo a lungo in questa valle di lacrime; o di fuggire verso lidi meno folli e autolesionistici. Quanto agli estimatori di questo sistema, avranno tutto gratis, meno la vita. Quella sarà assolutamente a debito, nonché un'esperienza da dimenticare, in eterno.
Piero Visani
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