giovedì 31 gennaio 2019

Una nuova lotta di classe

      Se si compie un'accurata disamina di taluni importanti profili di Facebook, si nota subito che le problematiche di carattere economico/finanziario sono del tutto espulse dalle narrazioni dei "beati possidentes". Naturalmente costoro parlano di problemi economico-finanziari (e come potrebbero astenersi dal farlo...?), ma in genere ciò accade o per cantare le lodi dell'economia di mercato, oppure per ricordare ai sudditi/schiavi che ci sono tasse e balzelli da pagare, e prescrizioni rigoristiche da osservare, "per superare la crisi"...
       Le cause di tale enorme diversità rispetto alle narrazioni degli underdog, cioè di quella larga fascia di popolazione che deve preoccuparsi soltanto più di sbarcare il lunario e sempre meno riesce a farlo, per cui ne parla di continuo, deriva essenzialmente dal fatto che i primi - fortunati loro! - non hanno assolutamente problemi di questo genere e, di conseguenza, non riescono a considerarli rilevanti neppure se volessero farlo. Per le loro vite, infatti, le problematiche legate alla mancanza di denaro non hanno significato alcuno. Quel denaro per alcuni c'è in abbondanza e, per altri, bene o male c'è ancora, anche se magari soffrono per il forte declino del ceto borghese, ormai in via di estinzione. Per tutti gli altri, invece che "il fascino sottile della borghesia" è rimasto solo quello, decisamente meno sottile, della povertà.
       Normale, in circostanze del genere, che riprenda significativamente quota l'odio di classe, quello che dispiace tanto agli industriali italiani, pronti a deplorarlo in termini non meno forti di quanto sono impegnati a costruirsi, con l'immigrazione non regolamentata, un esercito industriale di riserva che possa consentire loro di produrre a tariffe sempre più basse, senza minimamente preoccuparsi di fare investimenti in tecnologie e innovazione. Hanno quindi ragione a dire - come si legge sui giornali di oggi - "basta con il clima d'odio!". Cesserebbe in fretta, tale clima, se invece che pie illusioni essi distribuissero lavoro e stipendi non da tratta degli schiavi. Qualsiasi scelta estranea a queste ultime è a fortissimo tasso di rischio e che cosa accadrà, continuando in questa caduta libera, lo scopriremo solo vivendo e nessuno può dirsi certo che sarà una bella scoperta...

                           Piero Visani




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