Circa un anno fa - molto imprudentemente - ho scritto che alle prossime elezioni europee avrei votato, rompendo un astensionismo personale ormai venticinquennale, per compiere una fondamentale scelta di campo. Nella mia ingenuità, non pensavo che mi sarei ritrovato nel campo dell'integralismo cristiano più becero, costretto a interpretare il ruolo - per me francamente ributtante - di Defensor fidei.
Così, visto che fortunatamente ho molto da lavorare, passerò la mia domenica senza farmi tentare da distrazioni "cartacee", mantenendomi saldo nel mio "passaggio al bosco".
Nella democrazia totalitaria moderna, non è che hai grandi margini di scelta. Tuttavia, consapevole del fatto che uno dei caratteri fondamentali della modernità è l'accelerazione temporale, il mio autentico terrore è di essere un diciannovista sansepolcrista che si ritrova, prima ancora di essere andato al governo, nel 1929 e nell'Italia del Concordato, dalla quale, peraltro, a me pare che non siamo mai usciti. Così, in tutta tranquillità, ho riflettuto sul fatto che (anche) "oggi un dio non ho" e che certi compagni di viaggio purtroppo te li ritrovi nelle terga, ma altri puoi ancora sceglierteli. Per cui vado a rileggermi Filippo Tommaso Marinetti e tanta altra splendida letteratura alternativa all'Italia e all'Europa dei rosari... Ho sempre amato il "passaggio al bosco"; quello al chiostro lo gradisco molto ma molto meno...
Piero Visani
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