Il centrodestra torinese, impegnato a fondo per perdere le elezioni regionali, non ha fatto sentire la propria voce (ma ne ha una...?) sulla questione di Christian Raimo e i suoi tentativi di censura a carico di editori non di sinistra che parteciperanno al prossimo Salone del Libro.
A parte qualche intervento di esponenti leghisti, sia a livello nazionale sia locale, silenzio assoluto, a non necessaria conferma del fatto che tra il Centrodestra politico e la cultura esiste un'incompatibilità di vecchia data, che non risale al mitico "Wenn ich Kultur hoere, entsichere ich meinen Browning", ma a più recente ignoranza crassa, esibita e rivendicata, più a una totale insensibilità per qualsivoglia problema metapolitico, che non rende strapuntini, ergo - come dice l'ormai non meno mitico presidente brasiliano Bolsonaro - è inutile, al pari della filosofia.
Non contenti di un'esistenza marginale, sempre pronti a prendersela con il mondo che ce l'avrebbe con loro (senza che essi abbiano fatto mai alcunché per cercare di condizionarlo a loro favore), i centrodestri si preoccupano solo di poltroncine e strapuntini, cioè del massimo delle loro aspirazioni. Sono dei nani e - come diceva il buon Faber del suo non meno mitico nano - "un nano è una carogna di sicuro/ Perché ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo"...
That's the end, Folks.
Piero Visani
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