Bardella, di origini italiane, ha avuto il dubbio privilegio di vivere sulla propria pelle le colossali ingestioni di sofferenza, frustrazione e guano che le classi popolari sono costrette a praticare nella democrazia totalitaria odierna, e ciò gli ha fatto comprendere lucidamente dove non guardare per non ritrovarsele tutte sulla schiena: non a sinistra, non in alto, non tra le élites del finto umanitarismo e del fintissimo egalitarismo e dei diritti civili (loro...), ma in basso, verso il popolo, verso tutti coloro che non arrivano alla fine del mese per mantenere affamatori, tassatori (degli altri, ovviamente...), speculatori, finanzieri, etc. Tutti coloro che hanno rovinato le nostre vite per rendere più piacevoli le loro.
Credo che le esperienze individuali più negative siano fondamentali nell'individuazione del nemico, perché chi trasforma le nostre vite in inferni laici NON E' UN AVVERSARIO POLITICO, E' UN NEMICO, cui guardare ovviamente con aristocratico distacco, ma non dimenticandone mai la natura perniciosissima e sicuramente distruttiva.
Non sto lodando Bardella e tanto meno il suo partito. Dico che, almeno lui, parte da buone basi, dal valore fondamentale dell'esperienza...
Piero Visani
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