venerdì 28 giugno 2019

Quanto sono "buoni", i "buoni"!

      Fin da bambino, infilato d'autorità (familiare) in quel corso accelerato di apprendimento dell'orrore che è l'educazione cattolica, avevo compreso nitidamente che, in un mondo in cui già mi stavano sulle scatole in tanti (poi sono diventati tantissimi...), quelli che "volevano il mio bene", "stavano lavorando per me" e volevano "migliorare la mia formazione", non solo erano i peggiori nemici che potessi avere, ma erano anche coloro che erano animati da intenzioni diametralmente opposte a quelle conclamate. Già fin da bambino, dunque, mi piacevano soprattutto quelli che non stavano a menarla tanto con le parole, oppure non usavano le belle parole per coprire la nefandezza dei loro fatti. Al limite, si limitavano a farli...
      Da allora, quella diffidenza non mi ha mai abbandonato e preferisco i vizi privati e quelli pubblici alle pubbliche virtù accompagnate da indicibili vizi privati e da un forte senso di interesse privato in atti pubblici.
       So fin troppo bene che il "buonismo" (non la bontà, ovviamente, ma quella non viene mai esibita...) serve a coprire fior di schifezze e me ne sono fatta una ragione. So bene che la gente, in media, non la pensa come me e ne prendo atto. A me basta tutelare le mie e quelle della mia famiglia, di terga; il salvataggio del genere umano lo lascio volentieri ai "buoni" e "disinteressati". Sono molto stimati, costoro, come dimostra il caso di Reggio Emilia, ed è giusto che sia così, no...?

                          Piero Visani



"Se ci sei, spara un colpo!" (almeno uno...)

     Quando un avvocato milanese "dolce come il miele" cominciò ad occuparsi di una determinata vicenda, venne adeguatamente avvertito che non si trattava tanto di occuparsi di una sacra "Sìndone", quanto di una ancora più sacra "Sindòne" e che prestare soverchia attenzione a tale "sacro lino" avrebbe potuto procurare a lui un "sudario".
       L'avvocato "dolce come il miele" non si curò degli avvertimenti, proseguì imperterrito per la sua strada e - poiché, come aveva notato un noto politico vaticano dell'epoca, un po' "se l'era cercata" - alla fine, anzi abbastanza rapidamente, "la trovò" e venne abbattuto a pistolettate sotto casa, nello scalpore generale, come sempre spentosi con la stessa rapidità con cui si era acceso, fino a che il detentore della sacra "Sindòne" non decise di leggere (forse inavvertitamente...) il libro di Piero Chiara "Venga a prendere un caffè da noi"...
      Scrivo questo per notare come la capacità di comminare pene anche capitali da parte del primo potere italico (innominabile ma fin troppo noto) sia decisamente superiore a quella del potere statale, come possono testimoniare il generale Dalla Chiesa, i giudici Falcone e Borsellino, e una lunga catena di "condannati ed eseguiti" talmente lunga da includere anche regolamenti di conti interni (capite a me...).
      Il potere statale, al di là di casi come quelli di Cucchi, Uva e non pochi altri, a parte ovviamente i suicidi per fisco (ma quelle sono pene capitali indotte...), non pare altrettanto determinato nelle sue sanzioni e si fa spaventare persino da una capitana Rakete (che in tedesco vuol dire "razzo, missile"). Spaventato al punto da non riuscire nemmeno a sparare una raffica di avvertimento - ovviamente puntata contro nulla e nessuno - così da poter autorizzare a far dire, dal mondo esterno: "Se ci sei, spara un colpo!". Ma non c'è, ovviamente...

                      Piero Visani





Tu chiamale se vuoi... oscillazioni

      Nei sistemi capitalistici (e non solo in essi, per la verità) la vita umana è merce: in genere merce di scambio, il più delle volte merce deteriorabile. Lo hanno dimostrato ad abundantiam i commenti di Confindustria sulle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio e sulle oscillazioni in Borsa del titolo Atlantia.
      Ci sono state, è vero, altre oscillazioni legate all'universo Atlantia, di cui una, accaduta intorno alle 11.40 del 14 agosto scorso, sul ponte Morandi di Genova, era costata la vita a 43 persone. Ma - com'è noto - nella nostra espressione geografica "chi muore giace" (e non è neppure merce deteriorabile, è proprio merce irreparabilmente deteriorata), mentre "chi vive si dà pace". E riprende a pontificare (e sono ponti che fa meglio di altri, invero...), perché il senso dell'opportunità e quello - che in teoria dovrebbe essere molto più forte - della vergogna non abitano più qui o, forse, non ci hanno mai abitato...

                            Piero Visani





Ma dove vanno i marinai?

     Era questo il titolo della canzone forse più gradita al pubblico dell'album "Banana Republic" di Lucio Dalla e Francesco De Gregori.
      Per restare dentro (o fuori...?) di metafora, ci si potrebbe chiedere, in qualsiasi altro Paese al mondo che non sia Cialtronia, che cosa succederebbe ad una nave che tentasse di forzare l'ingresso in un porto straniero. Per non citarne che tre, direi Stati Uniti, Federazione Russa, Repubblica Popolare Cinese.
       Da noi non è successo nulla di tutto questo, neppure una salva di avvertimento, e anzi una sottoscrizione popolare per fare un po' di crowdfunding in favore di una ricca ONG straniera. 
       Cialtronia conferma di essere quello che è da sempre, una malriuscita espressione geografica, dove si parla molto e si combina poco o nulla, e dove l'attività più praticata è lo scaricabarile. Sono cose che ci piacciono molto, sono consustanziali al carattere nazionale. Nessuno di noi ama ammettere che la politica è "sangue e merda": il primo ci fa paura, però della seconda siamo talmente ricchi da risultare forse tra i primi esportatori al mondo. Quanto alla cialtroneria, lì siamo leader incontrastati e inarrivabili.

                      Piero Visani





sabato 1 giugno 2019

Banana Republic

     Tra "Peace & Love", parate "militari" (?) dedicate all'integrazione, difesa "fino all'estremo sacrificio" delle pensioni d'oro, "Be cool and join the Navy", photo opportunities con bambini, etc. etc., ogni anno l'Italia conferma di essere il Paese in cui FUNZIONE e FINZIONE militare si sovrappongono alla perfezione fino a confondersi del tutto, al punto che uno non sa se vergognarsi dei "pacifisti in servizio permanente effettivo" (autentica piaga culturale nazionale del secondo dopoguerra) o di sorridere di coloro che non si sono accorti di averli serviti, in atteggiamento di totale "proskunesis", se non quando la minaccia si è rivolta direttamente contro le loro beneamate (e non basse) pensioni...
       Ancora più sorridere mi fanno dichiarazioni del tipo "chi non vuole avere un esercito, finirà per averne uno straniero", perché noi l'abbiamo già, saldamente insediato in territorio nazionale e ben noto - chi li conosce lo sa... - per l' "elevatissima" considerazione che nutre per l'Italian Army, espressione in genere accompagnata da una smorfia eloquente...
      A me Dalla e De Gregori di "Banana Republic" sono sempre piaciuti, ma so che altri, all'interno del mondo funzione/finzione, prediligevano "Go West" o "YMCA" (acronimo di Young Men Christian Association, forse con un neppure tanto mascherato riferimento alla Comunità di Sant'Egidio...?) dei "Village People", band statunitense assai nota per il suo trasudante machismo...

                             Piero Visani