giovedì 28 febbraio 2019

I buoni consigli

       Quando si è costretti a chiudere, per crisi, una piccola società, la peggiore iattura non è quella del ritrovarsi più o meno a piedi in età non propriamente giovanissima, ma doversi sorbire i moralismi di quelli che si sentono in dovere di gratificarti di "buoni consigli": cosa avresti dovuto fare, perché, per come, etc. etc.
       Inutile spiegare "mi sono tenuto lontano da voi perché mi facevate semplicemente schifo", oppure perché la captatio benevolentiae non è al vertice delle mie politiche. Ho parecchi anni, ho vissuto periodi diversi, sono sempre sopravvissuto, bene o male. Solo a partire da una certa data sono incappato in politiche intese solo ed esclusivamente a farti fallire, per eccesso di carico fiscale o per sparizione del tuo mercato di riferimento. Ne ho preso atto e - mi dicono - avrei fatto alcuni "salti nel vuoto".
       Mi permetto di dissentire. Non è propriamente così. Quando ti spingono deliberatamente sull'orlo di un precipizio, non hai molta scelta: o ti vendi o ti butti. Esclusa la prima ipotesi, mi è rimasta la seconda. Ora scopro che è colpa mia. Probabilmente è così, ma i salti nel vuoto sono preferibili, in ogni circostanza, al servaggio o alla schiavitù.
       In definitiva, è quello che non riescono a comprendere i "democrats" di certi comportamenti populisti. Ci avete già distrutto, cari dem, cosa credete che abbiamo ancora da perdere? Avete mai sentito parlare della progressiva proletarizzazione della borghesia? A voi non ha ancora colpito? Bene, buon per voi! Quanto a noi, non abbiamo da perdere altro che le nostre catene: di cosa dovremmo essere preoccupati, dello spread? Il salto nel vuoto, credetemi, è infinitamente più affascinante che il salto nel guano, quello che voi ci avete "generosamente" offerto... Poi, sì, è giusto - come voi dite - che siamo dei "falliti", ma ce ne faremo una ragione. Con l'acqua (o forse non è proprio acqua...) ben sopra la gola si ragiona meglio, molto meglio...

                               Piero Visani




                          

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