giovedì 14 febbraio 2019

Scuole di partito

       Assistendo agli "incidenti di percorso" pressoché settimanali in cui incappano esponenti locali (e non solo...) del centrodestra in termini di comunicazione politica, mi chiedo a che cosa servano le "scuole di formazione politica" che - mi dicono - si tengono ogni tanto qua e là. A giudicare dai risultati, direi che servono soprattutto agli avversari politici a sparare a zero contro casi di "imbecillità politica manifesta", che costringono poi i vertici dei partiti stessi a smentire i loro rappresentanti periferici e ad allinearsi prontamente alle logiche del "politicamente corretto" (dunque un caso di duplice successo a costo zero per gli avversari stessi).
       Una tesi vuole che si tratti di espedienti "machiavellici" utilizzati per dire o fare cose che altrimenti non verrebbero dette o fatte, ma a mio parere si tratta di tesi debolissima, perché il carico di guano mediatico che viene portato a casa è nettamente superiore, sotto il profilo dell'immagine, a ciò che si guadagna in termini di clamore negativo, sempre mediatico.
       C'è chi sostiene che, in questo modo, si parlerebbe alla "pancia" del Paese e dunque sarebbe una soluzione e contrario per fare nuovi accoliti, ma resta il fatto che parlare sempre alla "pancia" e mai - ma proprio mai - al cervello dei cittadini non porta da alcuna parte e non costruisce né una cultura politica, né una metapolitica, e tanto meno conduce alla costruzione di un humus su cui si possa costruire qualcosa. Porta, al limite, a una ripetizione del "caso Renzi" (che pure godeva di ben altri supporti metapolitici), vale a dire da oltre il 41 per cento dei consensi a circa il 17, a stare larghi, abbinato a un'ostilità personale assai tangibile.
       In ogni caso, le "scuole di formazione politica" si susseguono, anche se con non grande frequenza, e davvero sarei curioso di sapere che cosa si insegna al loro interno, sotto il profilo della comunicazione e soprattutto della sua interazione con i valori della società. A me pare che il capitolo "eterotelìa", o "eterogenesi dei fini", sia un po' trascurato, ad occhio...

                      Piero Visani




                                

Nessun commento:

Posta un commento