giovedì 14 marzo 2019

La forza delle cifre

      Agli affetti da quello che Antonio Gramsci definiva giustamente "cretinismo economico", dunque ai soggetti che per capire un ragionamento hanno bisogno di cifre, altrimenti lo bollano come "filosofia" (disciplina che ovviamente non capiranno mai, per evidenti limiti intellettivi), mi permetto di consigliare la lettura delle prime tre pagine dell'edizione odierna del quotidiano "La Stampa", dove si commenta ad abundantiam una ricerca condotta dall'associazione di consumatori "Altroconsumo", nella quale si registra con precisione - a meno che non si tratti di fake news, ma non credo, visto che la vulgata nazionale ne esclude la possibilità, sui quotidiani mainstream... - il crollo delle capacità di spesa degli italiani, in tutti i campi.
       Non posso dire con precisione a quali sono rimasto dentro, perché altrimenti i miei amici che tuttora sono "beati possidentes" (e beati loro, aggiungo io!), mi rimprovereranno di comportamenti vagamente cheap, però posso limitarmi a sottolineare che in alcune voci del sondaggio (cambio auto, capacità di fare vacanze, perdita di prospettive professionali) sono rimasto ampiamente coinvolto. Poiché dubito che si tratti di frutti avvelenati di meno di un anno di governo gialloverde, mi immagino che dovrei "ringraziare" anche gli esecutivi precedenti, molti esponenti dei quali - se capisco bene - hanno "arrotondato" le loro condizioni economiche grazie agli stipendi parlamentari e a qualche "straordinario" fatto di persona o con "un piccolo aiuto" di parenti, affini e amici.
        Mi sento riconfermato, più che mai, nel mio complessivo e gravissimo dubbio di stare tuttora vivendo "nel migliore dei mondi possibili", ma hanno sicuramente ragione i miei critici nel dichiararsi incolpevoli in merito al fatto che io sia "un fallito". Pur non avendo mai fatto lo steward da stadio, ma avendo qualche modestissimo titolo in più, ciò non mi ha salvato dal fallimento e questo è una formidabile conferma del fatto che - se è vero che gli "ascensori sociali" non esistono più - quanto meno oggi sono in crescente affermazione i "discensori sociali". Ne ho imbroccato uno che scendeva a picco verso il basso e anche quella, in fondo, è una questione di abilità. O di dignità...

                               Piero Visani



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