L'ultimo numero (il 2/2019) di "Limes - Rivista italiana di geopolitica" è dedicato alla definizione di "una strategia per l'Italia". Sebbene molte delle tesi in esso espresse siano a mio giudizio non condivisibili o solo parzialmente condivisibili, quello che impressiona, nella lettura di questo volume, è la notevole profondità delle tesi in esso espresse, che non sono frutto di studi compiuti all'"Università della vita", o a quella "della strada", o facendo gli steward da stadio, o ubbidendo alla logica perversa ed eterotelica dell'"uno vale uno", ma di solida e comprovata professionalità.
Si tratta semmai di tesi ispirate a un freddo realismo politico, dove discipline come storia, geografia e strategia hanno ancora un senso, e dove si guarda all'interesse nazionale in termini certamente discutibili, ma fondati su alcuni dati permanenti del medesimo, in una logica di professionismo e non amatoriale, facendo anche - e duramente - strame dei ridicoli internazionalismi (di marca comunista) ed ecumenismi (di marca catto-cristiana) che hanno sempre condizionato in modo pesantemente negativo la politica estera italiana.
Si riconosce, con grande lucidità, che questa povera "espressione geografica" è ormai a fine corsa e si suggeriscono alcune ricette per prevenire il disastro alle porte. Come ho già accennato, sono ricette discutibili, ma almeno incitano la classe politica nazionale (i cui livelli, in politica estera, sono da scuola materna, e forse meno...) a fare una "politica di movimento" in mezzo a suggestioni varie, poiché da una strategia dialettica e dinamica l'Italia potrebbe ricavare molto di più, in termini di interesse nazionale, che da una statica. Ma si constata altresì - e dolorosamente - che manca del tutto, nell'abominevole (per ignoranza ostentata) panorama politico nazionale, una cultura internazionale, con tutti i disastri del caso. L'unico elemento che pare ben noto e radicato è quello di ripetere ad infinito le Caporetto e gli 8 settembre. Per questi, ci sono già tutte le premesse e - siccome pare che ci siamo fortemente affezionati, visto che il passato non pare riuscire a insegnarci alcunché - possiamo attenderle con calma. In ogni caso, le vacanze estive per ora ci saranno, e il Festival di Sanremo pure...
Piero Visani
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