lunedì 24 settembre 2018

Resipiscenze

       Emmanuel Macron venne portato al potere da ambienti finanziari internazionali che lo vedevano come l'uomo adatto a plasmare la Francia secondo i loro disegni. Il simpatico "toy boy" ottenne una larga maggioranza e cominciò ad applicare una politica che avrebbe dovuto migliorare le condizioni economiche dei francesi, mentre le ha affossate ulteriormente, al punto che i suoi indici di gradimento presso l'elettorato sono colati rapidamente a picco.
       La Francia è diventata in breve un laboratorio politico-economico dove si è ulteriormente "perfezionato" il disastro sociale voluto dalle strategie economiche dell'Eurolager: nessuna redistribuzione di ricchezza alle classi lavoratrici e alla piccola e media borghesia; tassazione da urlo; progressivo impoverimento di tutti i ceti, salvo i ricchi e i super-ricchi. Non a caso, anche in Francia è cresciuto a dismisura, negli ultimi tempi, il numero dei working poor, cioè quella categoria di persone, ormai amplissima anche in Italia, che ha un lavoro, ma non percepisce introiti sufficienti a metterla al riparo dalla povertà, travolta da bollette, balzelli, interessi usurari, imposizione fiscale e oneri di tutti i tipi. Che dovrebbe essere felice di vivere "nel migliore dei mondi possibili" e invece è ogni giorno più arrabbiata.
       In passato, la classe dirigente dell'Eurolager si sarebbe bellamente disinteressata del fatto che, nel mentre essa nuotava nelle prebende, i cittadini/schiavi avessero continuato a stare sempre peggio: le condizioni politiche generali lo consentivano e i consensi, frutto di puro masochismo, non mancavano. Oggi, però, le condizioni di fondo sono radicalmente mutate e la spinta sovranista, chiunque riuscirà ad interpretarla, si è fatta forte al punto da risultare preoccupante. Con queste premesse, e con le banlieues in costante fermento, Macron doveva fare qualcosa, onde non rischiare, in prospettiva, un disastro elettorale. E allora, ecco che le politiche di detassazione - odiatissime fino a che venivano rifiutate come "non virtuose" da una classe dirigente che ovviamente assegnava a sé stipendi esentasse - sono ricomparse alla grande, "per dare una scossa all'economia" (che evidentemente, quando è gravata dalle tasse, soffre, visto che i primi ad ammetterlo sono oggi i prenditori/percettori) e per far sperare in un futuro meno tombale a un Paese impaurito, al punto da far crescere anche la percentuale del deficit pubblico, come ipotizzato pure dagli odiati macaroni italiani.
        Tutte cose già note, risapute, ma mai ammesse: l'Eurolager sta uccidendo l'Europa e ovviamente la cosa non importa in alcun modo ai boiardi di Bruxelles, ma molto gli importa invece delle loro carriere politiche, che potrebbero essere spazzate via dal voto continentale del maggio 2019, costringendo molti a rifugiarsi nell'alcol e contrarre così formidabili attacchi di sciatica, più forti e meno "allegri" degli attuali...
       Si stanno in tal modo confermando le previsioni di molti osservatori, anche non schierati politicamente: l'Eurolager affosserà l'Europa e l'odierna marcia indietro di Macron è certo significativa, ma molto tardiva.

                Piero Visani






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