L'8 settembre 2018 è dopodomani e si tratta di una data che, per la grande maggioranza degli italiani, non significa nulla e ancor meno evoca. Come ebbe a scrivere il professor Ernesto Galli della Loggia (non proprio un sovversivo...), è solo la data de "La morte della Patria".
La vicenda della nave "Diciotti" e dei migranti scomparsi dai centri di accoglienza dopo essere stati ricevuti in pompa magna ci ricorda che siamo sempre lì, a quella data incisa con il sangue nel nostro DNA nazionale. Ci piace suicidarci - come popolo - e farci prendere per le terga dal mondo intero, magari illudendoci, come fanno i più ingenui, che "Italians do it better". Lungi da me il negarlo, ma cosa fanno meglio degli altri? Le "Caporetto"...?
Piero Visani
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