martedì 28 novembre 2017

Dalla "realtà virtuale" alla "virtualità reale" - 2

       Mi ero già soffermato su questo tema in passato, sempre nel mio blog, ma sono indotto a ritornarvi su sulla scorta delle assurde polemiche di questi giorni sulle "fake news" e sulla necessità, propugnata da molte parti, di combattere le "bufale".
        Una prima, inevitabile riflessione è che i falsi giornalistici e propagandistici sono sempre esistiti e hanno caratterizzato la storia umana, dalla notte dei tempi alla nascita della stampa moderna, per poi assumere forme sempre più complicate e raffinate. Già nel 1998, nel mio saggio Lo stratega mediatico (Roma, Cemiss - Rivista Militare), avevo delineato le linee di fondo di una situazione in continua evoluzione. Da allora la situazione si è ulteriormente complicata e oggi, affrontarla in una semplice logica di confronto tra vero e falso, o di utilizzazione strumentale di vero e falso, non ha più senso alcuno, perché fa astrazione di un interrogativo cruciale, che non viene posto mai abbastanza: quale significato ha oggi - nella società della virtualità più totale - parlare di "vero" e "falso"? Che cosa è "VERO"? Che cosa è FALSO"?
     La corsa verso la modernità è una corsa verso un costante incremento della complessità, accompagnata - ahinoi! - da una costante perdita degli strumenti atti ad interpretare tale complessità e fiancheggiata - doppio ahinoi! - dalla crescente diffusione dei "geni da Internet", coloro i quali, alla stessa stregua dei politici, discettano di tutto senza sapere (e capire...) niente di niente.
       Premessa fondamentale di questo tipo di approccio è che esso equivale, nel caso ad esempio si parlasse di guerra, a lodare - nel 2017...!!!! - l'utilità pratica futura della "guerra di trincea". A mio giudizio, per contro, occorre dotarsi di strumenti nuovi e, in primo luogo, di una FONDAMENTALE ACQUISIZIONE: nella realtà contemporanea, vero e falso hanno cessato da tempo di esistere, e ad essi si è sostituità una VIRTUALITA' REALE, in cui questi due concetti hanno perso qualsiasi consistenza, dal momento che siamo sprofondati in un'epoca di puro nominalismo, dove le definizioni di "vero" e "falso" sono affermazioni assolute (talmente assolute da risultare relative...), prive di qualsiasi riscontro con la realtà.
       Non sussiste nemmeno più spazio per il verosimile, perché ha ceduto posto all'unica cosa che conti oggi: LA COSTRUZIONE DI REALTA'. Su questo tema occorrerebbe soffermarsi molto di più di quanto non si sia fatto finora, poiché LA "VIRTUALITA' REALE" COSTITUISCE IL TERRENO IDEALE PER QUALSIASI TIPO DI MANIPOLAZIONE, che agli uni apparirà "vera" e agli altri "falsa".
       In una parola, sarebbe bello se si smettesse di parlare di tutto questo in termini di vero e falso. DALLA POLITICA, COME DALLA GUERRA, "VERO" E "FALSO" SONO STATI COMPLETAMENTE E DEFINITIVAMENTE ESPULSI. Nella "guerra per bande" che caratterizza ormai il nostro pianeta, l'unica cosa che conta è la banda di cui uno fa parte (o alla quale ritiene di appartenere o semplicemente si sente di appartenere). Null'altro ha importanza.  LA POLITICA E' OGGI LA PIU TERRIBILE DELLE GUERRE, CHE CONTINUA CON ALTRI MEZZI, conferendo al fondamentale assunto clausewitziano ("la guerra è la politica che continua con altri mezzi") nuove forme di vita e rinnovate possibilità di applicazione. E' una "Krieg mit Hass", una "guerra con odio". Null'altro conta, solo l'eliminazione totale dell'avversario, cui non è risconosciuta alcuna legittimità, se non quella di defunto o di schiavo sconfitto. Poi, ovvio, ci sono varie forme di distrazione di massa, come la scoperta del nemico "esterno", del "terrorista", del "lunatico". Grande silenzio, per contro (et pour cause...), sul fatto che l'unico nemico vero è rappresentato da quelli che stanno SOPRA rispetto agli underdog che stanno SOTTO, verità vagamente contraddittoria per delle democrazie (o presunte tali...). E se per caso circolano notizie e forme di solidarietà attiva tra gli "ultimi", che in qualche modo cercano di organizzarsi e di darsi voce utilizzando strumenti come Internet, allora sono notoriamente "fake news", mentre i falsi di Stato sono, al più, gestione degli arcana imperii, fatta - ça va sans dire - per il bene del popolo e del genere umano...
       Com'è noto, l'era della democrazia totalitaria è il "migliore dei mondi possibili" ed essa fa ogni giorno notevoli sforzi per dimostrarcelo. Se io per primo non dovessi preoccuparmi, giorno dopo giorno, di difendermi dalle sue aggressioni fiscali, lavorative, predatrici e liberticide, mi piacerebbe ancora scrivere un bel libro su questo tema, prima di chiudere la mia orribile esperienza in questo mondo di maleodorante guano. Un modo per tentare di regolare i conti, prima di scomparire per sempre, con quella "Grande Meretrice". In pura perdita, ma dando a Taide (confido nelle vostre conoscenze dantesche...), quello che le spetta: e si sa che, come meretrice, costa carissima...

                                Piero Visani





       

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