lunedì 6 novembre 2017

Sunday, sexy Sunday

       Sneeem, Ring of Kerry, Repubblica d'Irlanda, agosto 2008.
       Dopo una settimana di pioggia intensa e intensissima, da me molto amata perché mi ha consentito di riscoprire colori, umidità e sapori della mia adorata Irlanda, la domenica si presenta con un sole splendente e intensissimo, e senza vento.
       Giornata assolutamente anomala anche per uno dei punti più meridionali dell'"isola di smeraldo", ma giornata festiva e, dal giardino della nostra casa di vacanze, man mano che scorrono le prime ore del mattino, si nota che spiagge e spiaggette dei dintorni si stanno popolando di "vacanzieri della domenica", che inquinano non poco la sacralità e il silenzio di quegli splendidi luoghi.
       Non essendo piante, e dunque non bisognosi - come altri, pare... - di fotosintesi clorofilliana, decidiamo di desistere dal cercare rifugio in una qualche spiaggia soverchiamente nazionalpopolare e inevitabilmente "cheap", per cui mia moglie rimane in giardino a prendere il sole in una seclusa tranquillità, mentre mio figlio ed io troviamo rifugio nell'unico campo da tennis del paese, con un terreno in buon materiale sintetico.
       Ci limitiamo a palleggiare, ma l'intensità degli scambi è tale da richiamare qualche ragazzino del posto, che ci chiede se siamo professionisti (ah, beata ingenuità...!) e da dove veniamo. Appurato che siamo italiani, i giovinetti locali intavolano una fitta conversazione  con mio figlio, molto fluente nella lingua inglese, e sottolineano con vivaci applausi gli scambi migliori, non facendoci neppure mancare - secondo la migliore tradizione celtica - qualche battuta ironica quando qualche colpo proprio non entra...
       Il sole di fine mattinata è talmente intenso e la pelle di mio figlio talmente chiara e delicata che, dopo circa un'ora e quarantacinque minuti di gioco decidiamo di desistere, colti anche da una forte sete.
       Risaliamo in auto e prendiamo la direzione di casa, ma per prima cosa decido di fermarmi al minimarket che è diventato un po' il nostro negozio preferito nella deliziosa Sneem. Non pensavo fosse aperto di domenica, tanto meno alle una in punto, ma noto che addirittura le porte d'ingresso sono spalancate e dunque parcheggio l'auto ed entro, mentre mio figlio rimane a bordo.
       Il market è totalmente deserto ma, dal momento che è un self-service, faccio una robusta provvista di micidiali bevande gassate che sono la mia gioia e poi mi posiziono in attesa davanti alla cassa, visto che fino a quel momento, nonostante al mio ingresso nel negozio fosse suonato il cicalino di avvertimento, nessuno dal retro è ancora comparso.
       Non dovendo più acquistare nulla, il mio orecchio inevitabilmente si tende e comincio a percepire come delle presenze. Emetto allora due o tre colpi di tosse, tanto per dare segno del mio essere lì e rilevo chiaramente un mugolio di natura inequivocabile, almeno per me...
       "Vengo", esclama una voce femminile con un gradevole accento irlandese e a me - che sono ilare, più che malizioso - verrebbe quasi da risponderle: "Non ne dubito, cara...!". Ma ovviamente mi trattengo.
       Passano ancora non pochi minuti, mentre dal retro emergono suoni di tramestio, poi scostando la tenda che separa il retro dal market compare una deliziosa brunetta, sui 35 anni, che si sta ancora aggiustando la parte superiore di quello che a prima vista parrebbe un bikini. Nel dubbio, visto che il bancone del negozio è piuttosto alto, mi sporgo lievemente per vedere se è riuscita ad indossarlo tutto, il bikini, considerato quello che ella stava inequivocabilmente facendo... Verifico e prendo atto del fatto che sì, la parte inferiore è riuscita ad infilarsela per intero.
       Senza che io proferisca verbo, la brunetta sente il dovere di dirmi: "Mi scusi, ma è una giornata splendida oggi ed eravamo tutti nella spiaggetta qui dietro a prendere il sole e l'ho sentita in ritardo".
       Le sorrido, pensando che, se non ha sentito il cicalino d'ingresso, è davvero singolare che sia riuscita a sentire qualche mio tossicchio di circostanza. Inoltre, mi chiedo come mai - dopo una settimana in paese - non mi sia mai accorto che dietro il minimarket vi sia una qualche spiaggetta (che in effetti - constaterò dopo - assolutamente non c'è...).
       Mostro alla giovane donna le bevande che intendo acquistare e lei ne digita il prezzo alla cassa, sempre in una condizione d'animo fra l'agitato, il divertito e il vagamente complice. In quel preciso istante, emerge dal retro un tizio corpulento, almeno cinquantenne, che nei giorni antecedenti avevo individuato come proprietario del negozio. E' rosso come un gambero e vagamente ansimante, ma almeno la maglietta e i calzoncini che indossa è riuscito a metterseli con una certa cura. Sole, sole d'Irlanda. Sensi in tensione estiva o esigenze di mantenimento del posto di lavoro...? Forse entrambe le cose.

                         Piero Visani







                         

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