Mi è capitato per caso, ieri sera, di guardare un quarto d'ora di "Non è l'arena", la trasmissione di Massimo Giletti su La7. Tra i vari presenti in studio, c'era l'onorevole Gianfranco Rotondi, una delle pregevoli "perle" che la Democrazia cristiana e il berlusconismo ci hanno regalato in politica.
Interpellato da un fornaio collegato via video sulla diversità di trattamento tra un autonomo (in pensione dopo 42 anni di lavoro piuttosto usurante a 900 euro/mese, per la nota questione per cui il centrodestra è sempre vicino agli autonomi...) e un parlamentare, non ha trovato meglio che rispondergli che tale differenza era frutto dei casi della vita, di mera casualità: lui (Rotondi) si era trovato "casualmente" sopra e l'artigiano altrettanto "casualmente" sotto, ma non aveva che da farsene una ragione, semplice frutto delle circostanze, e ovviamente accettare la sua sorte, meno felice di quella di un parlamentare...
Moto di stupore in studio, mentre il fornaio, con molta classe, vistasi restituire la parola, paragonava l'on. Rotondi a un guitto, un emerito imitatore (privo però dell'immensa classe dell'archetipo) di Totò. Con un po' meno classe, avrebbe potuto paragonarlo ad Alberto Sordi, nella sua celeberrima interpretazione de "Il Marchese del Grillo" e nella ancora più nota frase: "io so' io e voi non siete un cazzo!".
Questo è il livello della democrazia italiana: "cari sudditi, se non prenderete nulla (o quasi) di pensione, non è un problema mio; è palesemente un problema vostro. Io al massimo posso ricordarvi la nota favola di Fedro: 'Superior stabat lupus; longeque inferior agnus'".
Ciò è quanto si guadagna a fare gli agnelli con i lupi: non solo a farsi sbranare dai secondi, il che ci potrebbe anche stare, ma a farsi prendere pubblicamente per le terga, con sovrano disprezzo per la propria evidente inferiorità. Viva la libertà! Viva la democrazia!
Piero Visani
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