Quando un individuo ha una personalità ad alto profilo, un carattere con qualche spigolo e una scarsa inclinazione a piegare la testa, è possibile che faccia scattare in qualcuno/a che soffre di complessi di inferiorità nei di lui confronti, oppure si sente in soggezione per ragioni di età/prestigio/carattere, o intellettualmente meno preparato/a, un larvato o nemmeno troppo larvato desiderio di punizione, il cui intrinseco vigore aumenta con il crescere di tale sentimento di inadeguatezza. E la cosa si fa ancor più grave quando una relazione di questo genere si stabilisce tra due persone di sesso diverso e magari chi si sente inadeguato è pure afflitto da problemi di identità sessuale, per cui il rapporto diventa altresì una nitida cartina di tornasole di altre questioni irrisolte, a livello di identità di genere.
A quel punto, qualsiasi pretesto è buono per far scattare il meccanismo della punizione, in quanto esso rappresenta una potente attestazione di una logica di Odi et amo: ti odio per quel che sei, per come sei, per come metti a nudo (non all'esterno, ma dentro di me) tutte le mie contraddizioni, ma in realtà tutto questo odio non è altro che una forma mal espressa e contorta di amore, perché in realtà ti amo, ma, per arrivare a te, dovrei cambiare me e ho paura, una terribile paura a fare i conti - tutti i conti... - con me stessa.
In passato, ho cercato di gestire una situazione del genere, ma la cosa è possibile solo in una condizione di dialogo. Se il dialogo viene a cessare, allora il rapporto si trasformerà in una serie di urti e scontri continui, perché tutto diventera un pretesto per tenerti lontano. Lontano perché non sei insopportabile in sé, ma per le dinamiche che inneschi. E la verità - si sa - è sempre rivoluzionaria. Allora, per proteggersi, per non fare i conti con se stessa, scatta la punizione... Ma non sei tu a essere punito. Quella non è flagellazione dell'altro, è autoflagellazione, sommata a incapacità totale di giudicarla come tale, o di confessarla in primo luogo a sé medesimi...
Piero Visani
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