sabato 1 aprile 2017

Io e... Mao

       Come manna dal cielo, in queste settimane devo scrivere una prefazione a una nuova edizione degli "Scritti militari" di Mao. Sorrido, leggendo la letteratura sul tema, poiché penso che le problematiche militari - e in particolare quelle legate alla guerriglia, alla guerra rivoluzionaria, a quella asimmetrica e a molte altre forme di guerra irregolare - hanno segnato in profondità la mia vita. Ogni volta che mi riaccosto ad esse, è una gioia, come visitare vecchi luoghi dove ci si è sempre trovati bene senza al tempo stesso riscontrare differenze significative con quello che furono parecchi anni prima, ergo senza provare tristezza o nostalgia.
       Lo studio di queste tematiche è un viatico per l'anima, per me. C'è chi le troverebbe sicuramente aride, ma tali non sono; anzi talvolta possono essere utilizzate come preciso supporto comportamentale.
       Sono alcuni giorni che le leggo e le studio, e sono molto lieto di averlo fatto. Il problema fondamentale di tutti i conflitti consiste nel portarli a conclusione, una conclusione che sia auspicabilmente vittoriosa. Non aspiro a tanto, ma sono giunto ad una conclusione: pur con tutti i miei limiti, anche gravi, non posso e non devo rimanere fermo là ove sono persona non grata. Accusato da più parti di essere soverchiamente orgoglioso, ho compiuto anche atti di umiltà e di disponibilità. Non sono bastati. Non saprei che altro fare. E' evidente che si sono determinate situazioni irreparabili. Ne prendo atto, che altro dovrei fare?
       Leggendo Mao, ho riscoperto il valore e l'importanza di compiere una "Lunga Marcia". Ne ho compiute tante, in vita mia, così come ho compiuto e sto tuttora compiendo un céliniano "Lungo viaggio attraverso la notte". E allora non mi resta che ripartire. Avrò più fortuna altrove.

                      Piero Visani




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