Con qualche interessata "spinta" inglese (la tesi dell'avvelenamento da arsenico non pare priva di riscontri concreti), muore nell'isola di Sant'Elena, dove era tenuto prigioniero, Napoleone Buonaparte, imperatore dei francesi.
Nato il 15 agosto 1769 ad Ajaccio, in Corsica, da famiglia di lontane origini toscane (e forse anche trevigiane), mantenne per tutta la vita un discreto retroterra italiano ("Coglione" era la parola che utilizzava più spesso quando se la prendeva con qualcuno...).
La sua storia è talmente nota da non dover essere certo ricordata qui. Lo cito solo perché oggi è il 196° anniversario della sua morte e perché, per tutta la mia vita, è stato il mio mito di riferimento.
L'uomo non era certo privo di difetti, ma la sua capacità di suscitare elettrizzanti entusiasmi mi ha sempre colpito nel profondo, perché sono rarissime le persone in grado di farlo e questo è frutto di qualità raramente esplorate a fondo e certo non rtcomprese per intero nella figura del "capo carismatico".
Amo tutto quello che è napoleonico, mi sarebbe piaciuto vivere in quel periodo e - perché no? - morire da guerriero su qualche "campo dell'onore". Ho sempre tenuto molto ad averne uno.
Piero Visani
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