domenica 24 dicembre 2017

Bruce L. Gudmundsson, "Sturmtruppen. Origini e tattiche" - Recensione

       Capita che ci si accosti ad un libro con grandi aspettative, come se esso potesse in qualche modo squarciare un velo su argomenti di cui non si conosce abbastanza o di cui si vorrebbe sapere di più, e capita altresì che ci si ritrovi - al termine della lettura del medesimo - in una condizione di insoddisfazione profonda, poiché oltre tre centinaia di pagine lasciano perplessi, visto che ogni aspetto delle tecniche di assalto adottate dall'esercito tedesco nel corso della Prima Guerra Mondiale è stato sviscerato, ma non per il tramite di un'analisi che possa lasciare davvero qualcosa al lettore. Secondo una tecnica assai consolidata, in particolar modo nelle opere a forte contenuto specialistico, si viene informati di tutto senza che spesso si riesca a capire granché o - peggio - senza che si riesca a comprendere la ragione per cui una disamina sia stata condotta tanto a fondo, senza che però si sia riusciti a produrre una lettura in cui testo e contesto confluiscano insieme e, dall'analisi del primo, si riesca a capire di più del secondo.
       Questa è la sensazione che ho tratto da un'attenta lettura del libro di Bruce L. Gudmundsson, Sturmtruppen. Origini e tattiche, trad. it., LEG - Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2005, 330 pp., 21 euro. Mi aspettavo infatti un'analisi approfondita e minuziosa, e l'ho trovata nelle pagine del libro, ma mi aspettavo anche delle valutazioni in merito a ciò che è descritto nel testo, e al riguardo sono rimasto abbastanza deluso. Per fortuna mia e dei lettori, il libro può godere di una attenta e come sempre approfondita valutazione del curatore del medesimo, il generale Fabio Mini e questi, grazie alla sua sensibilità non meramente tecnica in materia, riesce perfettamente ad inquadrare il ruolo delle truppe d'assalto nei conflitti del passato, del presente e del futuro, consentendoci di comprenderne le cospicue e multiformi valenze, che non sono - tanto per essere chiari - più limitate al semplice campo di battaglia, ma investono le dimensioni ormai sempre più invasive della guerra e delle modalità di condurla, in un'epoca in cui la forma Stato è ormai entrata in grave crisi e il ruolo del combattente è chiamato a scelte delicate tra le figure di guerriero, militare e soldato, ed a rendersi conto delle notevolissime differenze che intercorrono tra le medesime, in un'epoca in cui l'aspetto dominante non è più la realtà, ma le continue manipolazioni che vengono operate sulla percezione della medesima. Oggi i cittadini, non meno che gli uomini in uniforme, sono immersi in una "virtualità reale" che solo i più ingenui indugiano ancora a chiamare "realtà virtuale". E le Sturmtruppen sono più importanti che mai - civili o militari che siano - perché il conflitto è diventato incredibilmente olistico e la prima cosa da fare, per combatterlo con profitto, sarebbe rendersi infine conto di questa fondamentale realtà e degli enormi cambiamenti che essa comporta.

                   Piero Visani


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