giovedì 28 dicembre 2017

La decrescita infelice o... il disastro pianificato

       Ormai è chiarissimo che i prossimi anni saranno quelli del disastro definitivo di questo Paese e del collasso economico di quanti non saranno riusciti a sottrarsi all'espropriazione collettiva di denari dai (pochi) produttori ancora rimasti in favore dei percettori che di tale espropriazione collettiva intendono pascersi.
       Programmi siffatti ormai fanno capolino dalle indicazioni "economiche" di molti partiti e non vi sono indizi che si andrà o si potrà andare in altre direzioni. Il futuro è chiaro: una DDR fittizziamente mascherata come liberista, nel senso che potrà anche essere tale per quanti ne profitteranno, mentre sarà solo un enorme Euro-lager per tutti gli altri. Questo è quanto le classi dirigenti intendono imporci, questo è quanto subiremo, anche perché TUTTE le formazioni politiche italiane di un certo rilievo sono perfettamente in linea con questa visione, che consente loro di occupare remunerative poltrone e lasciare tutto il resto del Paese nel fango, a cercare dove e come poter fuggire, o ad affogarvi dentro. Se qualcuno dei cittadini - per grandi capacità personali e/o fortuna - dovesse riuscire a sottrarsi a questo iniquo destino, saranno loro a preoccuparsi di metterlo in riga, con gli opportuni provvedimenti.
       Ormai è del tutto evidente che non ci resta altro che l'allineamento, la cooptazione, la fuga o la miseria. Del resto, per chi ha avuto la ventura di lavorare (non di fare il turista...) all'Est negli anni del comunismo sovietico, nelle periferie italiane riconosce le stimmate di un sistema politico-economico fallimentare in tutto, ma abilissimo nel sovrapporsi come una sanguisuga a tutto ciò che conserva ancora una vaga parvenza di vita, e a sopprimerlo. Del resto, per molti, vivere "le vite degli altri" e trasformarle in esperienze di morte, quando non in morte "tout court" è un'ambizione da soddisfare con urgenza. De gustibus...

                         Piero Visani



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