Un sistema di potere, per durare, ha bisogno di consenso. Consenso relativamente ampio, ben distribuito nella scala sociale, da vellicare periodicamente con elargizioni più o meno ampie. Non è un discorso idealistico, ma realistico. E' successo anche nella nostra disgraziata Italia, ed è servito a mantenere in piedi regimi e governi di diversa ispirazione.
Ma che succede quando tale redistribuzione cessa, o diventa un gioco autoreferenziale, ristretto a pochi soggetti, mentre il resto del Paese viene votato dapprima al declino, poi allo sconforto, successivamente alla povertà e infine alla miseria?
A quel punto occorre garantirsi un totale controllo mediatico, la solidarietà dei "poteri forti" e ovviamente quella dell'apparato repressivo, poiché, senza repressione, un sistema autocratico come l'attuale non sta e non può stare in piedi, quanto meno nel medio-lungo periodo, tanto più se vengono meno le sue fonti di legittimazione, visto che si scopre che non è formato soltanto da corrotti e da delinquenti politici, ma anche da criminali comuni, gente che froda a man salva denaro pubblico e che per questa ragione è oggetto di indagini della magistratura.
Da qui ad affermare che l'attuale regime politico possa cadere domani, ce ne corre, ma è innegabile che ha perso qualsiasi legittimità e qualsiasi credibilità, ed è diventato oggetto soltanto di rabbia e odio.
A mio parere, sono i due aspetti positivi che stanno lievitando, giorno dopo giorno, nel cuore degli italiani e - a differenza di quello che pensano molti miei simili - ritengo che siano due sentimenti altamente COSTRUTTIVI. Sono i sentimenti che ti spingono a distruggere per RICOSTRUIRE, che ti inducono a fare TABULA RASA per cambiare.
CAMBIARE: "come si cambia, per non morire", cantava qualche anno fa Fiorella Mannoia. E' quello che stiamo cercando di fare anche noi: ormai sull'orlo del baratro, dobbiamo chiederci - e molti ormai lo stanno facendo - quale vita dovrà essere sacrificata, la nostra, o quella di qualcun altro? Questa è la domanda che si stanno ponendo in molti, con crescente angoscia. Il sistema politico più stolido è quello che pone la gente con le spalle al muro. Gli italiani le spalle al muro ormai le hanno da tempo, ma possono ancora scegliere: o rassegnarsi alla fucilazione oppure alzare la testa...
Non mi faccio illusioni su rivoluzioni o quant'altro, però noto con soddisfazione che all'imperativo "Giù la testa!", lanciato da un sistema politico che ricorda le peggiori e più corrotte autocrazie, gli italiani stanno rispondendo alzandola almeno in parte, la loro testa: "Mors loro, vita nostra"...
Ma che succede quando tale redistribuzione cessa, o diventa un gioco autoreferenziale, ristretto a pochi soggetti, mentre il resto del Paese viene votato dapprima al declino, poi allo sconforto, successivamente alla povertà e infine alla miseria?
A quel punto occorre garantirsi un totale controllo mediatico, la solidarietà dei "poteri forti" e ovviamente quella dell'apparato repressivo, poiché, senza repressione, un sistema autocratico come l'attuale non sta e non può stare in piedi, quanto meno nel medio-lungo periodo, tanto più se vengono meno le sue fonti di legittimazione, visto che si scopre che non è formato soltanto da corrotti e da delinquenti politici, ma anche da criminali comuni, gente che froda a man salva denaro pubblico e che per questa ragione è oggetto di indagini della magistratura.
Da qui ad affermare che l'attuale regime politico possa cadere domani, ce ne corre, ma è innegabile che ha perso qualsiasi legittimità e qualsiasi credibilità, ed è diventato oggetto soltanto di rabbia e odio.
A mio parere, sono i due aspetti positivi che stanno lievitando, giorno dopo giorno, nel cuore degli italiani e - a differenza di quello che pensano molti miei simili - ritengo che siano due sentimenti altamente COSTRUTTIVI. Sono i sentimenti che ti spingono a distruggere per RICOSTRUIRE, che ti inducono a fare TABULA RASA per cambiare.
CAMBIARE: "come si cambia, per non morire", cantava qualche anno fa Fiorella Mannoia. E' quello che stiamo cercando di fare anche noi: ormai sull'orlo del baratro, dobbiamo chiederci - e molti ormai lo stanno facendo - quale vita dovrà essere sacrificata, la nostra, o quella di qualcun altro? Questa è la domanda che si stanno ponendo in molti, con crescente angoscia. Il sistema politico più stolido è quello che pone la gente con le spalle al muro. Gli italiani le spalle al muro ormai le hanno da tempo, ma possono ancora scegliere: o rassegnarsi alla fucilazione oppure alzare la testa...
Non mi faccio illusioni su rivoluzioni o quant'altro, però noto con soddisfazione che all'imperativo "Giù la testa!", lanciato da un sistema politico che ricorda le peggiori e più corrotte autocrazie, gli italiani stanno rispondendo alzandola almeno in parte, la loro testa: "Mors loro, vita nostra"...
Piero Visani
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