Quello che è accaduto a Nantes ci ricorda quale società è stata creata in molti Paesi europei in questi anni, e quale futuro essa avrà. Non avendo nulla da perdere, a parte le personali catene in cui mi ha avvinto la democrazia totalitaria, osservo con sguardo da entomologo questi piccoli laboratori "culturali" in fieri, da cui molto difficilmente usciremo appellandoci alla solidarietà o all'amore per il prossimo. Ci attende un futuro di violenza e di guerra. Manca ancora l'innesco, è ovvio, ma davvero qualcuno pensa (spera) che non arriverà?
La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni (e poco importa se queste ultime siano vere o - come nel caso europeo - pateticamente fasulle). Oggi le buone intenzioni sono in forte calo, anche per costante diminuzione di quanti se ne fanno interpreti, il che vuol dire che siamo quasi arrivati alla meta: nudi (visto che i governi ci hanno sapientemente spogliati di tutto) e pronti alla mattanza. Urgono ideologie e strategie di sopravvivenza. Nessuno ci accoglierà - scortati dai "cani da guardia" di regime - nei "paradisi fiscali" dove gli attuali governanti hanno depositato tutti i loro averi, compresi quelli che hanno scientificamente sottratto a noi con la loro fiscalità di rapina e i loro falsi moralismi anti-elusione o evasione. Dovremo vivere (e magari morire) qui, in mezzo a quei non pochi "che ci osserva[no] e già vorrebbe[ro] la nostra gola".
Sì, davvero "il migliore dei mondi possibile", quello dove oggi stanno covando i "fascismi". Come sempre, "Quos perdere vult, Deus dementat", e questa volta - più che mai - ci è riuscito appieno: l'obiettivo era farci tutti "liberi, ricchi e felici". E in effetti ci sono riusciti, ma non ci hanno detto che si trattava di una frase riferita ai soli membri di una ristretta consorteria oligarchica... E ora di quanto sia mostruosa questa fola si stanno accorgendo ogni giorno in di più, anche perché - per convincersi - gli basta guardare alla propria personale qualità della vita, che scivola all'indietro giorno dopo giorno, facendoci rimpiangere perfino l'Italia dei Vanzina...
Piero Visani
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