martedì 23 ottobre 2018

Il valore della formazione

       Ai primi di maggio di quest'anno, circa un mese dopo che era uscito il mio libro Storia della guerra dall'antichità al Novecento (Oaks Editrice, Milano 2018, 195 pp., 18 euro), sono stato contattato da un centro studi straniero (non posso ovviamente fare nomi) nella mia qualità di studioso indipendente, vale a dire estraneo ad appartenenze partitiche, per redigere una valutazione di alcuni testi che circolano in varie sedi di studi accademici italiani, civili e no. Dunque non libri di veri e propri autori, ma sintesi, riassunti, sinossi, etc., in tema di politica internazionale, difesa, sicurezza, terrorismo, etc. I testi mi sono stati consegnati brevi manu, nel corso di un incontro con due esponenti di tale centro studi.
       La richiesta che mi è stata fatta è stata quella di valutare - ovviamente a mio personale giudizio - il livello e l'orientamento di tali pubblicazioni. Mi sono accinto subito a tale intrapresa e, dopo un po', sono rimasto abbastanza strabiliato dal livello complessivo, non propriamente esaltante, e soprattutto dall'impostazione fastidiosamente occidentalo-centrica, senza il benché minimo spazio per visioni che non fossero quelle pedissequamente atlantiche, filo-americane, servili, senza la benché minima attenzione per un tema fondamentale come quello dell'interesse nazionale.
       Ho capito molte cose, da quelle letture, e ho consegnato il mio rapporto, da cui emerge il fatto che, in questo Paese, non esistono non solo un'informazione alternativa autenticamente definibile come tale, in quel campo specifico, ma neppure una formazione degna di questo nome. Solo banalità, geremiadi, affermazioni trite e ritrite, ispirate spesso a modeste rimasticature. E' abbastanza singolare che, nel pullulare di università private, a nessuno sia venuto in mente di cercare di creare un pensiero strategico nazionale che non sia frutto o di "copia e incolla" di testi USA e/o NATO, o di servilismi da untorelli. Anche qui, un grande, enorme vuoto. Il vuoto metapolitico di sempre.

                                                  Piero Visani




Nessun commento:

Posta un commento