L'attuale fase politica mi pare molto più nervosa e concitata di quanto dovrebbe essere. Comprendo che chi è stato momentaneamente spodestato dal potere se ne dolga, così come capisco che chi ne ha assunto momentaneamente le redini cerchi di fare del proprio meglio. Tuttavia, io sono di formazione storica e guardo le cose in una prospettiva di tempi un po' più lunghi di quelli cui fa abitualmente riferimento la gente cosiddetta normale ("che poi così [normale] non è mai", per parafrasare Ivano Fossati...).
Questa serenità mi deriva dal fatto che, in cuor mio, credo non sia ancora giunto il momento di una reale alternativa politico-culturale in Europa, semplicemente perché è ancora presto. Non troppo presto, ma presto. Se infatti si lascerà fare alla classe dirigente europea attuale, lo sfacelo che essa produrrà sarà tale da segnare per decenni la storia del Vecchio Continente. Perché cercare di fermarli? A parte le fughe individuali, sempre possibili per i massimi leader, le classi dirigenti politico-burocratiche si impiccheranno con le stesse corde che hanno contribuito a intessere in decenni di politica folle. Quanto a noi, siamo già stati impiccati da tempo da quella politica folle: abbiamo sempre meno da perdere (chi scrive, nulla di nulla) e potremo guadagnare di più dal lasciarli affogare. In casi del genere, un comitato di applausi, composto da soggetti disposti a girarsi immediatamente dall'altra parte non appena dovessero sentire richieste d'aiuto, sarà saturato da domande d'iscrizione...
Piero Visani
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