venerdì 5 ottobre 2018

"The Times they are a changin'"

       Provincia piemontese. Interno giorno. Quattro persone che, sedute a un tavolo di un wine bar, discutono di interventi comunicativi e formativi da operare in tempi auspicabilmente brevi in un determinato contesto.
       Il locale è gradevole, con l'unico difetto di avere i tavoli forse un po' troppo vicini. Ho una lunga esperienza di situazioni del genere alle mie spalle e so che occorre parlare piano, molto piano, ma so pure che, quando le distanze sono così compresse e la persona che pranza da sola al tavolo a fianco al nostro non ha alcuno con cui conversare, è possibile che finisca per intrufolarsi - più o meno volontariamente - nella discussione del tavolo più vicino.
       So pure che è relativamente raro sentir discutere di determinate tematiche e che ancor più raro sentirne discutere in una prospettiva non da "pensiero unico". E mi è capitato, per decenni, di ricevere sguardi dall'incuriosito all'ostile, dal compatimento alla compassione.
       I tempi, tuttavia, stanno cambiando e, premesso che mi sono accorto che il nostro vicino di tavolo ci sta ascoltando, MAI mi sarei aspettato che, ad un certo punto, costui - un giovane più o meno quarantenne - si alzasse in piedi, per stringere la mano a tutti noi e lodarci per l'impegno che stavamo profondendo nel cercare di difendere il nostro Paese da quanti lo vogliono venduto (e svenduto) all'Eurolager.
       Non sono solito mostrare sorpresa per alcunché, tanto meno a palesare reazioni emotive, ma questa persona che di colpo si alza, ci stringe la mano, loda i nostri discorsi e ci esorta a procedere sulla strada che è emersa dalle parole che ha ascoltato, mi colpisce non poco. Mi erano capitate, in anni lontani, situazioni analoghe, ma i contenuti delle stesse erano diversi, ispirati in genere a palese ostilità. Ma i tempi stanno cambiando e questa piccola scenetta mi piace, mi conforta. Questo giovane professionista pare informato, forse anche acculturato, ma ciò che riempie di gioia il mio cuore è l'odio profondo che dà prova di nutrire nei confronti di un sistema falso, bugiardo e... bastardo. Le esibizioni di quel sentimento sono quelle che più mi soddisfano, perché ci si arriva per gradi, dopo aver sofferto molto. Lo leggo nei suoi occhi: anche lui, esattamente come noi, non ne può più. Sa che è ora di finirla, di farla finita e di farli finire. "A terrible beauty is born".

                                                           Piero Visani



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