Non sempre fare del proprio meglio è sufficiente. Non per cattiva volontà o per qualsiasi altro genere di motivazioni. E' che proprio non basta. Si scontrano filosofie di vita, esistenze pregresse, e chissà quanti altri fattori. Uno impegna tutto se stesso, ma si accorge che probabilmente quel tutto vale meno di altre componenti, per complesse questioni di scale di valori individuali.
Una volta di più, uno è costretto a notare quanto sia vero che "Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa, e il cuore di simboli pieno" (da "Incontro", di Francesco Guccini). Ma qui simboli sono altamente individuali e difficilmente possono essere trasmessi ad altri e, se la tua filosofia di vita - forse per mere ragioni anagrafiche - è sempre più quella del carpe diem, non è detto che ciò vada bene anche per altri, più giovani, più progettuali, più olistici, ai quali in fondo appari dannatamente incompleto, o troppo completo, dunque - il più delle volte - in-utile.
Tuttavia, per ragioni che sarebbe troppo lungo enumerare qui, le fatiche di Sisifo hanno sempre fatto e probabilmente sempre faranno parte della mia vita. Dunque si riparte, come sempre, più di sempre. Del resto, nulla basta mai davvero. Questo lo si impara strada facendo, che si trovino o no "ganci in mezzo al cielo". Non è una constatazione totalmente allegra, ma è così: non vali per quel che sei, ma per quello che riesci a dare, se riesci a darlo.
Piero Visani
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