Ma se abbiamo avuto tanti "salvatori", nella nostra storia recente, come mai siamo nel guano ben oltre la punta dei capelli? Si diventa "salvatori" per grazia ricevuta e tale grazia è dispensata dal sistema vigente? Oppure "dicesi salvatore colui che affossa il proprio Paese ma, nel farlo, ne ritrae ottimi vantaggi per sé e per i propri numi tutelari finanziari e politici"? Se tale seconda definizione è - come temo - tuttora vigente, allora siamo un Paese che di "salvatori" abbonda, ma al tempo stesso affonda. Sotto il loro peso, suppongo...
Piero Visani