Uno dei lavoranti del mio gommista di fiducia è un giovane di circa trent'anni, di coinvolgente allegria, con il quale, anche se si arriva da lui con un pneumatico spappolato da una foratura, è molto piacevole conversare.
E' assai allegro, pieno di entusiasmo. Gliene chiedo il motivo. "Ho trovato un posto di lavoro a Richmond, vicino Londra. Parto tra due settimane, il tempo di sistemare gli ultimi documenti".
"La vedo molto soddisfatta" - commento.
"Guardi, soddisfatissimo"- risponde.
"Come mai se ne va?" - chiedo più che altro per non far morire la conversazione.
"Non ne potevo più, mi creda. Non ne potevo più!"
Mi scruta con i suoi occhi profondi, da giovane intelligente e in fondo acculturato, a modo suo, e mi dice: "Ma lei riesce a vedere come si sta riducendo questa città, come si sta riducendo questo Paese, o è cieco come tutti gli altri?".
"No", rispondo, "non credo proprio di essere cieco. Anzi, sa che le dico. Se il Regno Unito diventa un posto fiscalmente accettabile, dopo la Brexit, è molto probabile che la raggiungerò. E Richmond è una cittadina così gradevole, proprio affacciata sul Tamigi".
Sorride: "allora ci conto!", e mi dà l'indirizzo del suo nuovo posto di lavoro. Sorrido anch'io.: "Magari ci ritroveremo!". Ancora non ho scelto di preciso il posto, ma non vorrei proprio morire (anche fisicamente) in Italia, dove civilmente ed economicamente sono morto già da tempo. So che la cosa non interessa ad alcuno, ma a me un po' sì...
Piero Visani