mercoledì 27 settembre 2017

"Quando sento parlare di cultura"...

       Premetto che non nutro particolari entusiasmi per l'AFD, vincitrice delle recenti elezioni tedesche. Tuttavia, le rassegne stampa di questi giorni mi parlano di un partito che non ha paura della modernità, delle infinite declinazioni della sessualità, e soprattutto non ha paura dei media e della cultura. A proposito di quest'ultima, vedo un "album di famiglia" piuttosto interessante, pur se estremamente composito, e vedo un impegno diuturno a dare vita a fondazioni, pubblicazioni, vecchi e nuovi media. E vedo altresì un impegno non meno diuturno a ricercare fondi, finanziamenti, appoggi da qualunque parte provengano.
       Mi viene da sorridere paragonandoli al centrodestra italiano, con cui peraltro condividono non pochi fattori, e vedo Forza Italia ormai avviata alla definitiva transizione dal "pussy power" al "Renzi's power"; Fratelli d'Italia incerti fra il GRA (Grande Raccordo Anulare), la famiglia Cesaroni e uno statalismo da operetta che è peraltro il più gradito alla sempiterna anima italica, lo "Stato mamma", quello che ti sodomizza dalla nascita alla morte senza che tu nemmeno te ne accorga (o voglia accorgertene...); e la Lega, il cui livello politico medio potrebbe essere definito - se non fosse un'offesa per i valligiani veri, e io sono per metà valdostano - "valligiano".
        L'interesse per la metapolitica di questo ambiente è tale che a me piacerebbe condurre una di quelle inchiestine stile "Iene", con l'intervistatore che chiede ai deputati e senatori di quell'area, nel mentre entrano nelle rispettive sedi, una rapida e sintetica definizione di metapolitica. Ad esempio, bramerei udire quella del senatore Antonio Razzi, che - sebbene molti del suo elettorato paiano inclini a rimuovere tale dolorosa constatazione - è un membro di Forza Italia.
       Certo è che la destra tedesca si sta dando da fare per munirsi di adeguati strumenti per intervenire sulla realtà, che si condividano o meno, in tutto o in parte, le sue idee. Da noi, come al solito, non si va oltre il solito stentoreo coro di no: "no a questo, no a quello!". Altro non si immagina e tanto meno si riesce a immaginare. Però non si deve mai dimenticare che il centrodestra italiano è da decenni impegnato nell'unica "battaglia del grano" che conosca (e l'on. Fiano non si inquieti: non è, nemmeno lontanamente, quella cui pensa lui) e allora tutto si comprende e si chiarisce...

                     Piero Visani



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