La scoperta della nascita illegittima di Magda aveva
sconvolto Goebbels, il suo primo pensiero era stato per la reazione del Führer,
che se avesse considerato imperdonabile quel peccato originale avrebbe potuto
opporsi alle nozze L'ipotesi di disobbedire ad un eventuale suo divieto non era
neppure da prendere in considerazione. Intimoriti Magda e Joesph si erano
docilmente rimessi alla decisione di Hilter, che li aveva sollevati concedendo
la sua approvazione. Il 25 ottobre del 1931 Goebbels annotava sul suo diario:
“Ci ha preso un po' in giro. Preferisce una ragazza nubile con un figlio a una
donna senza figli. Tipico di Hitler! Sono così felice che possiamo restare
insieme. Magda è raggiante.”
Rincuorato dalla benevolenza del Führer, Goebbels
si era deciso a celebrare il suo fidanzamento regalando a Magda una costosa
auto cabriolet Wanderer. Ad anticipare parte delle cospicua somma per
quell'acquisto era stato l'editore nazista Amann, probabilmente su invito dello
stesso Hilter.
Il diffondersi della notizia delle imminenti nozze del Gauleiter
di Berlino aveva destato la curiosità della stampa comunista, che scavando nel
passato di Magda si era ben presto imbattuta nell'imbarazzante cognome Friedländer. Die Rote Fahne non si era
lasciato sfuggire l'occasione per mettere in ridicolo il suo acerrimo nemico affermando
che Magda era “ebrea di nascita”. L'accusa, infamante per un alto dirigente
nazista, aveva colpito duramente Goebbels, senza tuttavia intralciare
ulteriormente i suoi progetti matrimoniali. A depotenziare quell'accusa era
stata soprattutto la fonte da cui proveniva.
E' possibile che la rivelazione del quotidiano comunista
non fosse del tutto infondata. Nell'estate del 2016, Bild, uno dei più
autorevoli giornali tedeschi, ha dato grande risalto alla scoperta compiuta
dallo storico Oliver Hilmes nel corso delle ricerche per il suo libro “Berlino
1936”. In un certificato di residenza rimasto per decenni sepolto negli archivi
dell'anagrafe di Berlino il commerciante ebreo Richard Friedländer si dichiara
padre carnale, e non adottivo, di una bambina di nome Magdalena, nata l'11
novembre 1901.
I primi mesi di matrimonio furono sereni e felici per i
Goebbels. L'intimità con il Führer, che,
alla ricerca di una consolazione alla sua solitudine, visitava spesso il loro
appartamento in Reichskanzlerplatz, scaldava
il cuore di entrambi. Magda lo copriva di attenzioni, cucinava per lui, lo
distraeva dagli affanni della lotta politica con la sua brillante conversazione
e talvolta lo deliziava esibendosi al pianoforte. Hitler godeva di
quell'accogliente clima familiare e si abbandonava ad interminabili monologhi,
alternando racconti commossi della sua gioventù a grandiosi progetti per il
futuro di Joseph, a cui intendeva, una volta conquistato il potere, affidare il
ministero dell'educazione popolare. Cinema, radio, scuola, università e
propaganda sarebbero stati un giorno sotto il diretto controllo del suo più
devoto collaboratore. I Goebbels adoranti pendevano dalle sue labbra.
Coronamento di quest'idillio amoroso fu la nascita, nel
settembre del 1932, della prima figlia della coppia, Helga. Goebbels confessò
al suoi diario la propria delusione: “Purtroppo è solo una femmina”. Il Führer
si incaricò di consolarlo, convincendolo che un maschio non avrebbe retto il
confronto con il padre. Forse la scelta di quel nome con l'iniziale per
“H” non fu, come sostengono molti storici, un omaggio ad Hitler. Secondo la
testimonianza della madre di Magda la preferenza dei genitori cadde per caso
sul nome Helga. In seguito la ricerca di altri nomi che iniziassero con la
lettera “H” divenne una sorta di hobby familiare.
Verso Helga, e tutti gli altri cinque figli che sarebbero
venuti alla luce dalla coppia, Hitler interpretò alla perfezione il ruolo dello
“zio” generoso ed affettuoso.
Né prima, né dopo il parto Magda si sottrasse ai suoi
obblighi di first lady nazista. Le dame della vecchia aristocrazia, così
come le mogli degli industriali più in vista facevano a gara per invitarla a
presenziare a balli, concerti ed iniziative benefiche. La giornalista mondana
di origine ebraica Bella Fromm, nel suo libro “Sangue e banchetti”, pubblicato
nel 1943 durante il suo esilio negli Stati Uniti, la descrisse infaticabile,
elegantissima e bellissima. Nessuno poteva rimanere insensibile al suo sguardo.
I suoi grandi occhi scintillanti, il cui colore poteva variare dal grigio
acciaio al blu scuro, brillavano di una determinazione assoluta e di un
orgoglio fuori dal comune.
Dietro quella maschera altera si nascondeva una donna
fragile che viveva in uno stato di perenne tensione. L'ansia di apparire sempre
all'altezza del suo compito di rappresentanza, unita alle preoccupazioni per le
alterne fortune elettorali del partito nazista e quindi per le sorti delle
ambizioni politiche del marito aggravarono nel dicembre del 1932 i disturbi
cardiaci, di origine psicosomatica, di cui soffriva sin dai tempi del suo primo
matrimonio. Alla vigilia di Natale fu ricoverata d'urgenza, nei giorni
successivi le sue condizioni sembrarono migliorare, tanto da spingere Goebbels
ad accettare l'invito di Hitler a trascorrere
il Capodanno a Berchtesgaden nel suo rifugio tra le Alpi bavaresi. Una
repentina ricaduta, che fece temere per la vita di Magda, costrinse Goebbels a
rientrare precipitosamente a Berlino. Durante il viaggio in treno annotò sul
suo inseparabile diario: “Per tutta la notte non ho fatto che tremare e
pregare: Dio proteggi questa donna. Io non posso vivere senza di lei.” Benché
pronunciate da un ateo, quelle preghiere furono esaudite. Magda superò la
crisi, fu dichiarata fuori pericolo ed iniziò lentamente a rimettersi. Per
assisterla Goebbels ridusse al minimo la sua attività politica e rimase di
fatto escluso dalle delicate trattative che in quelle settimane Hitler stava
conducendo con Von Papen per la formazione del suo governo.
Il 1° febbraio 1933 Magda, ancora pallida e debole, fu
dimessa dall'ospedale. In quei giorni la gioia dei Goebbels fu offuscata da una
notizia inaspettata: nessuna poltrona ministeriale era stata prevista per
Joseph, che dovette accontentarsi di un modesto incarico come commissario per
la radio. Come sempre sfogò la sua amarezza sul suo diario: “Mi mettono in un
angolo. Hitler non mi aiuta quasi per niente. Ho perso il coraggio. La reazione
detta legge.” Essere ridotto al ruolo di semplice spettatore non fu in realtà
per Goebbels una novità, anche in precedenza non era stato coinvolto né nelle
consultazioni di vertice volte ad avvicinare il partito ai centri del potere,
né nella definizione delle decisioni strategiche più importanti. A partire dal
1931 Goebbels aveva abbandonato definitivamente le sue vaghe idee “socialiste”,
aveva rinunciato ad ogni autonomia di pensiero, aveva accuratamente evitato
di stringere solide alleanze con altri leader
di partito allo scopo di conservare la massima capacità di adattamento alla
linea politica tracciata dal Führer. Questa devozione incrollabile,
alimentata non solo dal calcolo, ma anche dalla convinzione che Hitler fosse un
genio assoluto ed infallibile, lo salvò dalla depressione e lo ricompensò. Dopo
le elezioni del 5 marzo, in cui il governo in carica, forte dei poteri
straordinari conferitigli dal presidente Hindemburg all'indomani dell'incendio
del Reichstag, schiacciò le opposizioni, conquistando, seppur di misura,
la maggioranza assoluta, Goebbels ottenne il tanto agognato Ministero per
l'Educazione popolare e la Propaganda. Neppure rispetto all'incarico di supremo
educatore del popolo tedesco volle elaborare un progetto proprio, si limitò ad
imporre il culto del Führer, lo
stesso culto a cui la sua vita e la sua carriera erano votate.
Il conseguimento del potere da parte di Joseph ebbe
effetti miracolosi sulla salute di Magda, liberato dalla stretta dell'angoscia
per il futuro il suo cuore tornò a battere regolarmente. Per Goebbels
iniziarono mesi frenetici, il Gleichshaltung, ovvero la nazificazione
dell'intera società tedesca, assorbì ogni sua energia. Istruzione, stampa,
radio e cinema nelle sue mani divennero docili strumenti per conquistare il
cuore e menti dei tedeschi. L'antisemitismo, rimasto in sordina durante la
campagna elettorale, tornò ad imporsi. Dalle pagine del Völkischer Beobachter, Goebbels in qualità di ministro della Propaganda
promosse per il 1° aprile un boicottaggio dei negozi gestiti da ebrei, in
risposta alle presunte macchinazioni contro il governo nazista da parte degli
ambienti ebraici internazionali. Il boicottaggio durò un solo giorno, fu un
primo cauto esperimento per preparare il popolo tedesco a liberarsi da quel
pericoloso corpo estraneo rappresentato dalla comunità ebraica. Le proteste
internazionali tanto veementi quanto prive di effetti concreti, convinsero
Goebbels a celebrare il 1° aprile come un grandioso successo, anche se
l'adesione della popolazione era stata tutt'altro che entusiasta.
Mentre Joseph prendeva
confidenza con l'esercizio del potere, aumentavano le incomprensioni con Magda,
brevi liti e rapide riappacificazioni si susseguivano. Forse tra le cause di
quei continui screzi, oltre ai troppi impegni del giovane ministro, c'era anche
un inconfessabile segreto che rischiava di affiorare dal passato di Magda.
All'inizio di maggio del
1933, Haim Victor Arlosoroff giunse a Berlino dove, su incarico dell'Agenzia
ebraica, intendeva avviare trattative con il ministero dell'Economia del Reich
per facilitare il trasferimento in Palestina dei capitali degli ebrei tedeschi
emigranti. Era nato in Ucraina, ma era cresciuto in Germania, dove la sua
famiglia si era messa in salvo dai ricorrenti pogrom. Nel 1914 gli
Arlosoroff si erano stabiliti a Berlino, nel quartiere di Wilmersdorf, in un
piccolo appartamento a pochi passi da quello dei Friedländer. La
sorella di Victor, Lisa, aveva frequentato la stessa classe di Magda presso il
liceo Kolmorgen. Le due ragazze, così come le due famiglie, avevano ben presto
stretto amicizia. Anche con Victor, già allora fervente sionista ed animatore
un di un circolo di studenti ebrei che si riuniva quotidianamente in casa sua,
era nata una tenera amicizia. Gli appassionati dibattiti sulla guerra in corso,
sul destino del sistema capitalista, sulla prospettiva di costruire in
Palestina uno stato ebraico indipendente destavano l'interesse di Magda, ma
ancor più di tutte quelle teorie la affascinava il giovane brillante, profondo
e sicuro di sé che le enunciava. Per compiacerlo aveva partecipato con
entusiasmo alla raccolta di viveri per i profughi ebrei provenienti dall'Europa
dell'Est, lo aveva illuso di condividere con lui il sogno di trasferirsi un
giorno in Palestina, aveva ostentato il ciondolo con la stella di Davide che le
aveva regalato. Dopo la guerra il loro legame sentimentale si era
progressivamente allentato, Victor, assorbito dai suoi studi di economia e
dalla militanza sionista, non aveva saputo comprendere l'inquietudine di Magda,
che più della terra promessa sognava una solida sicurezza borghese. L'incontro fortuito
con Quandt, e quindi con la prospettiva di una rapida ascesa sociale, aveva
definitivamente separato i destini dei due giovani cresciuti a Wilmersdorf.
Nei giorni in cui Victor
rimetteva piede a Berlino dopo più di dieci anni di assenza, Goebbels era
impegnato ad epurare dalle biblioteche tedesche l'”immondizia” letteraria,
frutto “dell'intellettualismo antinazionale giudaico”. La vasta operazione, che
mobilitò migliaia di studenti fanatizzati nelle principali città universitarie,
culminò, il 10 maggio, nel gigantesco rogo di oltre ventimila libri in Opernplatz
a Berlino. Di quel barbarico rito, che doveva dimostrare difronte al mondo
intero il crollo definitivo delle basi spirituali della Repubblica di Weimar,
il ministro della Propaganda fu l'ispirato oratore ufficiale.
Passeggiando per le vie di
una Berlino in fermento per l'imminente rogo purificatore, Arlosoroff notò
nella vetrina di una libreria del suo vecchio quartiere una foto di Magda al
braccio di Goebbels in abito da sposa. La scoperta dell'identità del secondo
marito della ragazza che in gioventù aveva amato lo sconvolse, ma non appena
tornò in sé si convinse che avrebbe potuto sfruttare quell'antico legame
sentimentale a favore della sua delicata missione politica. Se l'interessamento
del ministro della Propaganda poteva facilitare in qualche modo un accordo per
il trasferimento in Inghilterra dei capitali degli ebrei tedeschi, perché non
tentare un approccio? Arlosoroff perciò non perse tempo, telefonò a Magda che
accettò di incontrarlo, ma non prima di quattro settimane, per la fine di
maggio era in programma una visita ufficiale a Roma, a cui non poteva sottrarsi
in qualità di first lady del regime. Arlosoroff si accontentò di quella
vaga promessa e qualche giorno dopo lasciò Berlino per raggiungere Varsavia,
dove era atteso al congresso mondiale sionista.
La visita romana dei Goebbels
fu un successo promozionale per il nuovo regime nazista, lo charme di
Magda non lasciò indifferenti né il Duce, né i gerarchi. A Varsavia Arlosoroff
confidò l'intenzione di incontrare la moglie del peggior nemico della comunità
ebraica internazionale all'amico David Ben Gurion, che tentò inutilmente di
dissuaderlo. Al suo rientro a Berlino Victor trovò ad attenderlo un messaggio,
inviatogli da Magda poco prima della sua
partenza per Roma, in cui gli raccomandava di lasciare la Germania al
più presto, un incontro sarebbe stato troppo rischioso per entrambi. Quel
messaggio, che evocava minacce alla sua stessa incolumità, lo convinse a
rientrare in gran fretta in Palestina. Due settimane più tardi poté
riabbracciare a Tel-Aviv sua moglie Sima. Per festeggiare il suo ritorno si
concessero una cena all'Hotel Kate Dan. Passeggiando dopo cena sulla spiaggia
furono avvicinati da due uomini che rivolgendosi in ebraico si assicurarono
dell'identità di Arlosoroff, poi uno di essi fece fuoco su Victor, ferendolo a
morte. I sospetti si orientarono inizialmente verso l'ala revisionista del
movimento sionista, poi si fece strada l'ipotesi di un tentativo di stupro da
parte di due arabi, che avrebbero sparato senza l'intenzione di uccidere. Nel
corso degli anni inchieste e processi si susseguirono inconcludenti. Ad oggi
restano ignoti esecutori e mandanti dell'assassinio.
A metà degli anni settanta,
il giornalista israeliano Haviv Kanaan tentò di svelare il mistero, accusando
Goebbels di aver ordinato la morte di Arlosoroff. All'inizio di giugno del 1933
sarebbero stati operanti in Palestina due agenti nazisti, Korth e Grönda. La
loro missione segreta, affidatagli dal Gauleiter della Prussia Orientale
Erich Koch, su sollecitazione del ministro della Propaganda, sarebbe stata
ritrovare un carico d'oro nascosto nel 1918 dalla guarnigione turco-tedesca
poco prima che le truppe inglesi al comando del generale Allenby completassero la
loro manovra di accerchiamento. Oltre a recuperare con discrezione quel tesoro
perduto, secondo Kanaan, Korth e Grönda avrebbero avuto anche l'incarico di
liquidare Arlosoroff, la cui passata amicizia con Magda costituiva una temibile
minaccia per la carriera di Goebbels. Gli elementi forniti da Kanaan provano la
presenza di agenti nazisti in Palestina, lasciano invece senza conferme
convincenti l'ipotesi di un coinvolgimento diretto o indiretto di Goebbels
nell'omicidio di Tel-Aviv.
Anche la sorella di Arlosoroff,
Lisa, confidò ad un amico di famiglia di essere convinta, sempre in assenza di
prove, che l'ordine di uccidere Victor proveniva da Berlino.
Goebbels, pur di difendere il
suo ruolo politico dall'infamante accusa di aver sposato una donna dalle passate
simpatie sioniste, sarebbe stato capace di uccidere, ma per farlo avrebbe
dovuto stringere ingombranti alleanze con altri gerarchi, che un giorno
avrebbero potuto rivoltarsi contro di lui e ricattarlo. Tale imprudente
condotta potrebbe essere stata ispirata dal terrore di perdere per sempre la
fiducia del Führer,
contrasterebbe
però con lo stile dell'agire politico di Goebbels lungo tutta la sua carriera:
non contrarre né debiti, né alleanze con altri gerarchi, mantenersi isolato dal
resto del partito.
Della reazione di Magda alla
notizia dell'assassinio di Victor non sappiamo nulla.
Nei giorni in cui, in
Germania o in Palestina, si definiva il complotto per eliminare Arlosoroff le
tensioni matrimoniali tra Magda e Joesph sembrarono scemare. La decisione
all'inizio di giugno del 1933 di allargare ancora la loro famiglia rispose alla
volontà di rinsaldare il loro rapporto. A luglio Magda era già incinta, ma il
clima familiare non migliorò affatto. La richiesta di Magda di assumere il
patronato di un istituto di moda suscitò la reazione furibonda del marito che
confidò al proprio diario: “Così non va. In questa relazione lei mi dà solo
problemi.” Dovette intervenire Hitler in persona, preoccupato dall'assenza di
Magda dal festival di Bayreuth, a mettere pace tra i coniugi. In ossequio alla
volontà del Führer,
Magda
si rassegnò al veto di ricoprire incarichi pubblici, ma non perdonò a Joseph il
sopruso subito.
Frustrata nella sua ambizione politica, Magda riversò le
proprie energie nella cura delle figlie e della sua nuova casa. In prossimità
della nuova sede del ministero della Propaganda, l'antico palazzo del principe
Leopold completamente ristrutturato per volontà di Goebbels, Magda scoprì in Göringstrasse,
al fondo di un giardino abbandonato una villa centenaria, appartenuta ad un
maresciallo prussiano e se ne innamorò. Potendo contare sull'appoggio
incondizionato di Hitler, che aveva personalmente approvato il progetto, e sui
fondi pressoché illimitati messi a disposizione dal ministero della Propaganda,
fece risistemare il parco, installare delle serre ed un giardino d'inverno,
trasformò la villa in un palazzo tutto bianco, dotato dei più moderni comfort,
tra cui una sala cinematografica, impreziosito da quadri, tappeti ed arredi
sontuosi presi in prestito dai musei cittadini. Terminati i lavori, Magda si
trovò a coordinare un piccolo esercito di cameriere, bambinaie, cuoche e
giardinieri, di cui non era mai pienamente soddisfatta, tanto che li sostituiva
spesso. Poiché Hitler frequentava la casa quasi quotidianamente, tutto, a
cominciare dalla sua acconciatura fino all'ultima tazzina da the, doveva essere
sempre impeccabile.
Per quanto fastoso quel palazzo tutto bianco nel cuore
amministrativo di Berlino appariva sobrio al confronto dello sfarzo ostentato
dalle dimore di altri gerarchi nazisti, prima fra tutte quella di Hermann
Göring. In qualità di maestro di caccia del Reich, nonché ministro
dell'Interno della Prussia, Göring assegnò a sé stesso una tenuta di 100.000
acri in cui fece costruire una imponente casa di caccia, con accanto un
mausoleo marmoreo per accogliere le spoglie della sua prima moglie, Carin.
Quella dimora principesca, stipata di opere d'arte rifletteva perfettamente la
personalità del numero due del regime: estroversa, opulenta, compiaciuta nel
possedere beni appariscenti e spesso pacchiani. Uno stuolo di servitori in
livrea di foggia medievale presidiava gli immensi saloni, la piscina e la
palestra. Nell'attico, in un locale lungo più di 25 metri, era installato per
il suo fanciullesco diletto del corpulento gerarca un mastodontico modello di
ferrovia in miniatura. Nel parco si aggiravano liberi come innocui gattini
giovani leoni che atterrivano gli ignari visitatori.
Nel marzo del 1934 il tenore
di vita dei Goebbels si innalzò ulteriormente, presero in affitto a Kladow,
sulle rive del lago Wannsee, una graziosa villa in cui trascorrere i fine
settimana e la vacanze estive. Alla
passione per le auto sportive aggiunsero quella per gli yacht, acquistarono
il Baldur, una elegante imbarcazione a motore con cui solcare le acque del lago
Wannsee in compagnia di Hitler, che si dichiarò entusiasta di quello svago
lacustre a breve distanza dal centro di Berlino.
In aprile Magda diede alla
luce la sua seconda figlia, Hilde. Il Führer non
mancò di congratularsi. Ancora una
volta Joseph non nascose la sua delusione per la mancanza di un erede. Il lieto
evento rasserenò il rapporto tra i coniugi, si trattò di un breve armistizio e
non di una pacificazione. Nei mesi successivi le tensioni e le liti tornarono a
manifestarsi più intense di prima. Le continue assenze di Joseph, le sue gite
in auto o in barca in compagnia di giovani nobildonne, la partecipazione alle
proiezioni private del ministro di avvenenti attrici in cerca di scritture
innescavano violente scenate di gelosia da parte di Magda. Joseph, tutt'altro
che incolpevole, si ostinava a negare l'evidenza e sfogava sul diario
l'insoddisfazione per la propria vita domestica: “Ne ho fin sopra i capelli di
tutto!” Hitler si sforzava di rasserenare gli animi consigliando periodi di
vacanza, che rimanevano progetti irrealizzabili a causa della delicata
congiuntura politica. Dopo la sanguinosa epurazione, nel giugno del 1934, di
ogni residua opposizione al potere di Hitler dentro e fuori al partito nazista,
Goebbels poté godere di più tempo libero, ma la sua famiglia non ne beneficò
affatto. La sua attività di seduttore seriale invece si intensificò,
alimentando in tutta Berlino pettegolezzi così insistenti da mettere in
imbarazzo Magda nelle sue uscite pubbliche. Alla sfacciata infedeltà del
marito, che talvolta non mostrava neppure il tatto di intrattenersi con le sue
amanti lontano dal tetto coniugale, Magda reagiva in pubblico ostentando una
dignitosa rassegnazione, ma tra le mura domestiche le umiliazioni subite le
provocano frequenti attacchi di emicrania, insonnia e continui sbalzi di umore.
Verso la fine del 1934, dopo
aver sfiorato il divorzio, i Goebbels giunsero ad una nuova tregua, la passione
tra loro non era del tutto sopita, al rientro a Berlino da una breve vacanza
nella Foresta Nera durante il periodo natalizio Magda scoprì di essere incinta
per la quarta volta.
In previsione dell'ulteriore
allargamento della famiglia, i Goebbels incaricarono l'architetto favorito di
Hitler, Albert Speer, di ricavare nuovi spazi all'interno del palazzo di Göringstrasse. Durante
i lavori di ristrutturazione Magda e le figlie si trasferirono a Kladow,
Joesph, impegnato a preparare il terreno propagandistico alle continue svolte
politiche del regime, dall'approvazione delle leggi di Norimberga all'avvio del
riarmo della Wehrmacht, rimase invece a Berlino, dove disponeva di un
confortevole appartamento privato presso la sede del ministero. Lontano dagli
occhi della moglie, il ministro tornò a dare libero sfogo ai suoi insaziabili
appetiti sessuali. Come padrone incontrastato del cinema tedesco disponeva, tra
attrici ed attricette, di una “riserva di caccia” pressoché illimitata e non si
risparmiò.
Il 2 ottobre del 1935, dopo un lungo ricovero in clinica,
Magda partorì in tanto atteso figlio maschio, Helmut. Goebbels, raggiante di
gioia offrì champagne a tutto il personale della clinica per
festeggiare. Nelle settimane successive sul suo diario ricomparvero accanto al
nome di Magda aggettivi da tempo scomparsi come cara, gentile, deliziosa.
Avendo tre figli in tenera
età a cui badare, più il suo primogenito Harald, di cui aveva ottenuto, non
senza qualche pressione di Joseph, l'affidamento da parte di Quandt, Magda finì
per diradare le sue apparizioni pubbliche. A trarne vantaggio fu la seconda
moglie di Göring, Emmy
Sonnemann che, sospinta dalla smodata ambizione del marito oltreché dalla sua
popolarità di attrice teatrale, le contese il ruolo di first lady del
regime. Il matrimonio dei Göring nell'aprile del 1935 era stato regale, oltre
30.000 membri delle formazioni paramilitari del partito erano allineati lungo
la strada imbandierata che conduceva alla cattedrale di Berlino, mentre
duecento aerei volteggiavano festosi nel cielo. Da quell'esordio spettacolare
non mancavano ad un ricevimento ufficiale o ad una serata di gala, rubando la
scena a tutti gli altri gerarchi ed alle loro consorti. Goebbels, che fin dagli
albori del partito nazista aveva definito Göring una “montagna di merda
ghiacciata”, non risparmiava il sarcasmo verso la megalomania della nuova
coppia “reale” prussiana e non perdeva occasione per far giungere alle orecchie
del Führer le notizie più
malevoli sui loro eccessi, sulle loro stravaganze e sui loro sperperi.
La rapida ascesa sociale di Emmy non intaccò comunque il
ruolo di Magda né come confidente di Hitler, né come madre modello del regime
nazista. In questa veste, cucitale addosso dalla propaganda orchestrata dal
marito, poté godere di una certa popolarità che si tradusse in un flusso
costante di lettere a lei indirizzate da donne di ogni estrazione sociale.
Magda affidò il compito di smistare quella massa di richieste di intercessioni,
di aiuti materiali, di consigli coniugali e di semplici attestazioni di stima a
Frau Freybe, una sua vecchia compagna di pensionato. Ogni lettera
riceveva una risposta, l'appartenenza o
meno al partito e l'anzianità di tesseramento costituivano elementi
preferenziali nel caso di interventi più complessi ed impegnativi.
(Continua)