Scrive il generale Fabio Mini - i cui scritti sono sempre di piacevolissima lettura, visto che rifuggono da uno sport alquanto praticato, quello della captatio benevolentiae - sull'ultimo numero di Limes - Rivista italiana di geopolitica, n° 9-2017, in un articolo intitolato "Le possibilità di una guerra impossibile" (p. 46):
"Sulla Corea del Nord circolano vulgate terribili. Il giovane Kim Jong-un è ritratto come un dittatore pazzo, un criminale sanguinario. Non si può escludere nulla, ma tutto ciò che si sa è frutto della sua stessa propaganda o di quella degli avversari. Oppure proviene da trasfughi tutt'altro che attendibili che, per loro stessa ammissione, ne sanno meno di noi. La presunta pazzia di Kim rientra nel cliché della nostra rappresentazione dell'avversario. La pazzia, la ferocia, i crimini più efferati e i comportamenti più odiosi per la nostra cultura occidentale sono attribuiti agli avversari a preludio della loro eliminazione violenta. Erano pazzi Hitler, Saddam, Milosevic, Gheddafi e Osama bin Laden. Non erano e non sono considerati pazzi quei leader che ogni giorno commettono nefandezze inenarrabili, ma sono ottimi clienti e amici carissimi, Quand'anche dovessero essere destituiti troverebbero un asilo dorato ad accoglierli [le evidenziazioni sono mie].
Raramente ho letto un così bel commento alla "superiorità morale dell'Occidente"...
Piero Visani
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