giovedì 5 ottobre 2017

Roberto Poggi: Il matrimonio dei Goebbels - 2

La scoperta della nascita illegittima di Magda aveva sconvolto Goebbels, il suo primo pensiero era stato per la reazione del Führer, che se avesse considerato imperdonabile quel peccato originale avrebbe potuto opporsi alle nozze L'ipotesi di disobbedire ad un eventuale suo divieto non era neppure da prendere in considerazione. Intimoriti Magda e Joesph si erano docilmente rimessi alla decisione di Hilter, che li aveva sollevati concedendo la sua approvazione. Il 25 ottobre del 1931 Goebbels annotava sul suo diario: “Ci ha preso un po' in giro. Preferisce una ragazza nubile con un figlio a una donna senza figli. Tipico di Hitler! Sono così felice che possiamo restare insieme. Magda è raggiante.”
Rincuorato dalla benevolenza del Führer, Goebbels si era deciso a celebrare il suo fidanzamento regalando a Magda una costosa auto cabriolet Wanderer. Ad anticipare parte delle cospicua somma per quell'acquisto era stato l'editore nazista Amann, probabilmente su invito dello stesso Hilter.
Il diffondersi della notizia delle imminenti nozze del Gauleiter di Berlino aveva destato la curiosità della stampa comunista, che scavando nel passato di Magda si era ben presto imbattuta nell'imbarazzante cognome  Friedländer. Die Rote Fahne non si era lasciato sfuggire l'occasione per mettere in ridicolo il suo acerrimo nemico affermando che Magda era “ebrea di nascita”. L'accusa, infamante per un alto dirigente nazista, aveva colpito duramente Goebbels, senza tuttavia intralciare ulteriormente i suoi progetti matrimoniali. A depotenziare quell'accusa era stata soprattutto la fonte da cui proveniva.
E' possibile che la rivelazione del quotidiano comunista non fosse del tutto infondata. Nell'estate del 2016, Bild, uno dei più autorevoli giornali tedeschi, ha dato grande risalto alla scoperta compiuta dallo storico Oliver Hilmes nel corso delle ricerche per il suo libro “Berlino 1936”. In un certificato di residenza rimasto per decenni sepolto negli archivi dell'anagrafe di Berlino il commerciante ebreo Richard Friedländer si dichiara padre carnale, e non adottivo, di una bambina di nome Magdalena, nata l'11 novembre 1901.
I primi mesi di matrimonio furono sereni e felici per i Goebbels. L'intimità con il  Führer, che, alla ricerca di una consolazione alla sua solitudine, visitava spesso il loro appartamento in  Reichskanzlerplatz, scaldava il cuore di entrambi. Magda lo copriva di attenzioni, cucinava per lui, lo distraeva dagli affanni della lotta politica con la sua brillante conversazione e talvolta lo deliziava esibendosi al pianoforte. Hitler godeva di quell'accogliente clima familiare e si abbandonava ad interminabili monologhi, alternando racconti commossi della sua gioventù a grandiosi progetti per il futuro di Joseph, a cui intendeva, una volta conquistato il potere, affidare il ministero dell'educazione popolare. Cinema, radio, scuola, università e propaganda sarebbero stati un giorno sotto il diretto controllo del suo più devoto collaboratore. I Goebbels adoranti pendevano dalle sue labbra.
Coronamento di quest'idillio amoroso fu la nascita, nel settembre del 1932, della prima figlia della coppia, Helga. Goebbels confessò al suoi diario la propria delusione: “Purtroppo è solo una femmina”. Il Führer si incaricò di consolarlo, convincendolo che un maschio non avrebbe retto il confronto con il padre. Forse la scelta di quel nome con l'iniziale per “H” non fu, come sostengono molti storici, un omaggio ad Hitler. Secondo la testimonianza della madre di Magda la preferenza dei genitori cadde per caso sul nome Helga. In seguito la ricerca di altri nomi che iniziassero con la lettera “H” divenne una sorta di hobby familiare.
Verso Helga, e tutti gli altri cinque figli che sarebbero venuti alla luce dalla coppia, Hitler interpretò alla perfezione il ruolo dello “zio” generoso ed affettuoso.
Né prima, né dopo il parto Magda si sottrasse ai suoi obblighi di first lady nazista. Le dame della vecchia aristocrazia, così come le mogli degli industriali più in vista facevano a gara per invitarla a presenziare a balli, concerti ed iniziative benefiche. La giornalista mondana di origine ebraica Bella Fromm, nel suo libro “Sangue e banchetti”, pubblicato nel 1943 durante il suo esilio negli Stati Uniti, la descrisse infaticabile, elegantissima e bellissima. Nessuno poteva rimanere insensibile al suo sguardo. I suoi grandi occhi scintillanti, il cui colore poteva variare dal grigio acciaio al blu scuro, brillavano di una determinazione assoluta e di un orgoglio fuori dal comune.
Dietro quella maschera altera si nascondeva una donna fragile che viveva in uno stato di perenne tensione. L'ansia di apparire sempre all'altezza del suo compito di rappresentanza, unita alle preoccupazioni per le alterne fortune elettorali del partito nazista e quindi per le sorti delle ambizioni politiche del marito aggravarono nel dicembre del 1932 i disturbi cardiaci, di origine psicosomatica, di cui soffriva sin dai tempi del suo primo matrimonio. Alla vigilia di Natale fu ricoverata d'urgenza, nei giorni successivi le sue condizioni sembrarono migliorare, tanto da spingere Goebbels ad accettare l'invito di Hitler  a trascorrere il Capodanno a Berchtesgaden nel suo rifugio tra le Alpi bavaresi. Una repentina ricaduta, che fece temere per la vita di Magda, costrinse Goebbels a rientrare precipitosamente a Berlino. Durante il viaggio in treno annotò sul suo inseparabile diario: “Per tutta la notte non ho fatto che tremare e pregare: Dio proteggi questa donna. Io non posso vivere senza di lei.” Benché pronunciate da un ateo, quelle preghiere furono esaudite. Magda superò la crisi, fu dichiarata fuori pericolo ed iniziò lentamente a rimettersi. Per assisterla Goebbels ridusse al minimo la sua attività politica e rimase di fatto escluso dalle delicate trattative che in quelle settimane Hitler stava conducendo con Von Papen per la formazione del suo governo.
Il 1° febbraio 1933 Magda, ancora pallida e debole, fu dimessa dall'ospedale. In quei giorni la gioia dei Goebbels fu offuscata da una notizia inaspettata: nessuna poltrona ministeriale era stata prevista per Joseph, che dovette accontentarsi di un modesto incarico come commissario per la radio. Come sempre sfogò la sua amarezza sul suo diario: “Mi mettono in un angolo. Hitler non mi aiuta quasi per niente. Ho perso il coraggio. La reazione detta legge.” Essere ridotto al ruolo di semplice spettatore non fu in realtà per Goebbels una novità, anche in precedenza non era stato coinvolto né nelle consultazioni di vertice volte ad avvicinare il partito ai centri del potere, né nella definizione delle decisioni strategiche più importanti. A partire dal 1931 Goebbels aveva abbandonato definitivamente le sue vaghe idee “socialiste”, aveva rinunciato ad ogni autonomia di pensiero, aveva accuratamente evitato di  stringere solide alleanze con altri leader di partito allo scopo di conservare la massima capacità di adattamento alla linea politica tracciata dal Führer. Questa devozione incrollabile, alimentata non solo dal calcolo, ma anche dalla convinzione che Hitler fosse un genio assoluto ed infallibile, lo salvò dalla depressione e lo ricompensò. Dopo le elezioni del 5 marzo, in cui il governo in carica, forte dei poteri straordinari conferitigli dal presidente Hindemburg all'indomani dell'incendio del Reichstag, schiacciò le opposizioni, conquistando, seppur di misura, la maggioranza assoluta, Goebbels ottenne il tanto agognato Ministero per l'Educazione popolare e la Propaganda. Neppure rispetto all'incarico di supremo educatore del popolo tedesco volle elaborare un progetto proprio, si limitò ad imporre il culto del  Führer, lo stesso culto a cui la sua vita e la sua carriera erano votate.
Il conseguimento del potere da parte di Joseph ebbe effetti miracolosi sulla salute di Magda, liberato dalla stretta dell'angoscia per il futuro il suo cuore tornò a battere regolarmente. Per Goebbels iniziarono mesi frenetici, il Gleichshaltung, ovvero la nazificazione dell'intera società tedesca, assorbì ogni sua energia. Istruzione, stampa, radio e cinema nelle sue mani divennero docili strumenti per conquistare il cuore e menti dei tedeschi. L'antisemitismo, rimasto in sordina durante la campagna elettorale, tornò ad imporsi. Dalle pagine del Völkischer Beobachter, Goebbels in qualità di ministro della Propaganda promosse per il 1° aprile un boicottaggio dei negozi gestiti da ebrei, in risposta alle presunte macchinazioni contro il governo nazista da parte degli ambienti ebraici internazionali. Il boicottaggio durò un solo giorno, fu un primo cauto esperimento per preparare il popolo tedesco a liberarsi da quel pericoloso corpo estraneo rappresentato dalla comunità ebraica. Le proteste internazionali tanto veementi quanto prive di effetti concreti, convinsero Goebbels a celebrare il 1° aprile come un grandioso successo, anche se l'adesione della popolazione era stata tutt'altro che entusiasta.
Mentre Joseph prendeva confidenza con l'esercizio del potere, aumentavano le incomprensioni con Magda, brevi liti e rapide riappacificazioni si susseguivano. Forse tra le cause di quei continui screzi, oltre ai troppi impegni del giovane ministro, c'era anche un inconfessabile segreto che rischiava di affiorare dal passato di Magda.
All'inizio di maggio del 1933, Haim Victor Arlosoroff giunse a Berlino dove, su incarico dell'Agenzia ebraica, intendeva avviare trattative con il ministero dell'Economia del Reich per facilitare il trasferimento in Palestina dei capitali degli ebrei tedeschi emigranti. Era nato in Ucraina, ma era cresciuto in Germania, dove la sua famiglia si era messa in salvo dai ricorrenti pogrom. Nel 1914 gli Arlosoroff si erano stabiliti a Berlino, nel quartiere di Wilmersdorf, in un piccolo appartamento a pochi passi da quello dei Friedländer. La sorella di Victor, Lisa, aveva frequentato la stessa classe di Magda presso il liceo Kolmorgen. Le due ragazze, così come le due famiglie, avevano ben presto stretto amicizia. Anche con Victor, già allora fervente sionista ed animatore un di un circolo di studenti ebrei che si riuniva quotidianamente in casa sua, era nata una tenera amicizia. Gli appassionati dibattiti sulla guerra in corso, sul destino del sistema capitalista, sulla prospettiva di costruire in Palestina uno stato ebraico indipendente destavano l'interesse di Magda, ma ancor più di tutte quelle teorie la affascinava il giovane brillante, profondo e sicuro di sé che le enunciava. Per compiacerlo aveva partecipato con entusiasmo alla raccolta di viveri per i profughi ebrei provenienti dall'Europa dell'Est, lo aveva illuso di condividere con lui il sogno di trasferirsi un giorno in Palestina, aveva ostentato il ciondolo con la stella di Davide che le aveva regalato. Dopo la guerra il loro legame sentimentale si era progressivamente allentato, Victor, assorbito dai suoi studi di economia e dalla militanza sionista, non aveva saputo comprendere l'inquietudine di Magda, che più della terra promessa sognava una solida sicurezza borghese. L'incontro fortuito con Quandt, e quindi con la prospettiva di una rapida ascesa sociale, aveva definitivamente separato i destini dei due giovani cresciuti a  Wilmersdorf.
Nei giorni in cui Victor rimetteva piede a Berlino dopo più di dieci anni di assenza, Goebbels era impegnato ad epurare dalle biblioteche tedesche l'”immondizia” letteraria, frutto “dell'intellettualismo antinazionale giudaico”. La vasta operazione, che mobilitò migliaia di studenti fanatizzati nelle principali città universitarie, culminò, il 10 maggio, nel gigantesco rogo di oltre ventimila libri in Opernplatz a Berlino. Di quel barbarico rito, che doveva dimostrare difronte al mondo intero il crollo definitivo delle basi spirituali della Repubblica di Weimar, il ministro della Propaganda fu l'ispirato oratore ufficiale.
Passeggiando per le vie di una Berlino in fermento per l'imminente rogo purificatore, Arlosoroff notò nella vetrina di una libreria del suo vecchio quartiere una foto di Magda al braccio di Goebbels in abito da sposa. La scoperta dell'identità del secondo marito della ragazza che in gioventù aveva amato lo sconvolse, ma non appena tornò in sé si convinse che avrebbe potuto sfruttare quell'antico legame sentimentale a favore della sua delicata missione politica. Se l'interessamento del ministro della Propaganda poteva facilitare in qualche modo un accordo per il trasferimento in Inghilterra dei capitali degli ebrei tedeschi, perché non tentare un approccio? Arlosoroff perciò non perse tempo, telefonò a Magda che accettò di incontrarlo, ma non prima di quattro settimane, per la fine di maggio era in programma una visita ufficiale a Roma, a cui non poteva sottrarsi in qualità di first lady del regime. Arlosoroff si accontentò di quella vaga promessa e qualche giorno dopo lasciò Berlino per raggiungere Varsavia, dove era atteso al congresso mondiale sionista.
La visita romana dei Goebbels fu un successo promozionale per il nuovo regime nazista, lo charme di Magda non lasciò indifferenti né il Duce, né i gerarchi. A Varsavia Arlosoroff confidò l'intenzione di incontrare la moglie del peggior nemico della comunità ebraica internazionale all'amico David Ben Gurion, che tentò inutilmente di dissuaderlo. Al suo rientro a Berlino Victor trovò ad attenderlo un messaggio, inviatogli da Magda poco prima della sua  partenza per Roma, in cui gli raccomandava di lasciare la Germania al più presto, un incontro sarebbe stato troppo rischioso per entrambi. Quel messaggio, che evocava minacce alla sua stessa incolumità, lo convinse a rientrare in gran fretta in Palestina. Due settimane più tardi poté riabbracciare a Tel-Aviv sua moglie Sima. Per festeggiare il suo ritorno si concessero una cena all'Hotel Kate Dan. Passeggiando dopo cena sulla spiaggia furono avvicinati da due uomini che rivolgendosi in ebraico si assicurarono dell'identità di Arlosoroff, poi uno di essi fece fuoco su Victor, ferendolo a morte. I sospetti si orientarono inizialmente verso l'ala revisionista del movimento sionista, poi si fece strada l'ipotesi di un tentativo di stupro da parte di due arabi, che avrebbero sparato senza l'intenzione di uccidere. Nel corso degli anni inchieste e processi si susseguirono inconcludenti. Ad oggi restano ignoti esecutori e mandanti dell'assassinio.
A metà degli anni settanta, il giornalista israeliano Haviv Kanaan tentò di svelare il mistero, accusando Goebbels di aver ordinato la morte di Arlosoroff. All'inizio di giugno del 1933 sarebbero stati operanti in Palestina due agenti nazisti, Korth e Grönda. La loro missione segreta, affidatagli dal Gauleiter della Prussia Orientale Erich Koch, su sollecitazione del ministro della Propaganda, sarebbe stata ritrovare un carico d'oro nascosto nel 1918 dalla guarnigione turco-tedesca poco prima che le truppe inglesi al comando del generale Allenby completassero la loro manovra di accerchiamento. Oltre a recuperare con discrezione quel tesoro perduto, secondo Kanaan, Korth e Grönda avrebbero avuto anche l'incarico di liquidare Arlosoroff, la cui passata amicizia con Magda costituiva una temibile minaccia per la carriera di Goebbels. Gli elementi forniti da Kanaan provano la presenza di agenti nazisti in Palestina, lasciano invece senza conferme convincenti l'ipotesi di un coinvolgimento diretto o indiretto di Goebbels nell'omicidio di Tel-Aviv.
Anche la sorella di Arlosoroff, Lisa, confidò ad un amico di famiglia di essere convinta, sempre in assenza di prove, che l'ordine di uccidere Victor proveniva da Berlino.
Goebbels, pur di difendere il suo ruolo politico dall'infamante accusa di aver sposato una donna dalle passate simpatie sioniste, sarebbe stato capace di uccidere, ma per farlo avrebbe dovuto stringere ingombranti alleanze con altri gerarchi, che un giorno avrebbero potuto rivoltarsi contro di lui e ricattarlo. Tale imprudente condotta potrebbe essere stata ispirata dal terrore di perdere per sempre la fiducia del  Führer, contrasterebbe però con lo stile dell'agire politico di Goebbels lungo tutta la sua carriera: non contrarre né debiti, né alleanze con altri gerarchi, mantenersi isolato dal resto del partito.
Della reazione di Magda alla notizia dell'assassinio di Victor non sappiamo nulla.
Nei giorni in cui, in Germania o in Palestina, si definiva il complotto per eliminare Arlosoroff le tensioni matrimoniali tra Magda e Joesph sembrarono scemare. La decisione all'inizio di giugno del 1933 di allargare ancora la loro famiglia rispose alla volontà di rinsaldare il loro rapporto. A luglio Magda era già incinta, ma il clima familiare non migliorò affatto. La richiesta di Magda di assumere il patronato di un istituto di moda suscitò la reazione furibonda del marito che confidò al proprio diario: “Così non va. In questa relazione lei mi dà solo problemi.” Dovette intervenire Hitler in persona, preoccupato dall'assenza di Magda dal festival di Bayreuth, a mettere pace tra i coniugi. In ossequio alla volontà del  Führer, Magda si rassegnò al veto di ricoprire incarichi pubblici, ma non perdonò a Joseph il sopruso subito.
Frustrata nella sua ambizione politica, Magda riversò le proprie energie nella cura delle figlie e della sua nuova casa. In prossimità della nuova sede del ministero della Propaganda, l'antico palazzo del principe Leopold completamente ristrutturato per volontà di Goebbels, Magda scoprì in Göringstrasse, al fondo di un giardino abbandonato una villa centenaria, appartenuta ad un maresciallo prussiano e se ne innamorò. Potendo contare sull'appoggio incondizionato di Hitler, che aveva personalmente approvato il progetto, e sui fondi pressoché illimitati messi a disposizione dal ministero della Propaganda, fece risistemare il parco, installare delle serre ed un giardino d'inverno, trasformò la villa in un palazzo tutto bianco, dotato dei più moderni comfort, tra cui una sala cinematografica, impreziosito da quadri, tappeti ed arredi sontuosi presi in prestito dai musei cittadini. Terminati i lavori, Magda si trovò a coordinare un piccolo esercito di cameriere, bambinaie, cuoche e giardinieri, di cui non era mai pienamente soddisfatta, tanto che li sostituiva spesso. Poiché Hitler frequentava la casa quasi quotidianamente, tutto, a cominciare dalla sua acconciatura fino all'ultima tazzina da the, doveva essere sempre impeccabile.
Per quanto fastoso quel palazzo tutto bianco nel cuore amministrativo di Berlino appariva sobrio al confronto dello sfarzo ostentato dalle dimore di altri gerarchi nazisti, prima fra tutte quella di Hermann Göring. In qualità di maestro di caccia del Reich, nonché ministro dell'Interno della Prussia, Göring assegnò a sé stesso una tenuta di 100.000 acri in cui fece costruire una imponente casa di caccia, con accanto un mausoleo marmoreo per accogliere le spoglie della sua prima moglie, Carin. Quella dimora principesca, stipata di opere d'arte rifletteva perfettamente la personalità del numero due del regime: estroversa, opulenta, compiaciuta nel possedere beni appariscenti e spesso pacchiani. Uno stuolo di servitori in livrea di foggia medievale presidiava gli immensi saloni, la piscina e la palestra. Nell'attico, in un locale lungo più di 25 metri, era installato per il suo fanciullesco diletto del corpulento gerarca un mastodontico modello di ferrovia in miniatura. Nel parco si aggiravano liberi come innocui gattini giovani leoni che atterrivano gli ignari visitatori.
Nel marzo del 1934 il tenore di vita dei Goebbels si innalzò ulteriormente, presero in affitto a Kladow, sulle rive del lago Wannsee, una graziosa villa in cui trascorrere i fine settimana  e la vacanze estive. Alla passione per le auto sportive aggiunsero quella per gli yacht, acquistarono il Baldur, una elegante imbarcazione a motore con cui solcare le acque del lago Wannsee in compagnia di Hitler, che si dichiarò entusiasta di quello svago lacustre a breve distanza dal centro di Berlino.
In aprile Magda diede alla luce la sua seconda figlia, Hilde. Il Führer non mancò di congratularsi. Ancora una volta Joseph non nascose la sua delusione per la mancanza di un erede. Il lieto evento rasserenò il rapporto tra i coniugi, si trattò di un breve armistizio e non di una pacificazione. Nei mesi successivi le tensioni e le liti tornarono a manifestarsi più intense di prima. Le continue assenze di Joseph, le sue gite in auto o in barca in compagnia di giovani nobildonne, la partecipazione alle proiezioni private del ministro di avvenenti attrici in cerca di scritture innescavano violente scenate di gelosia da parte di Magda. Joseph, tutt'altro che incolpevole, si ostinava a negare l'evidenza e sfogava sul diario l'insoddisfazione per la propria vita domestica: “Ne ho fin sopra i capelli di tutto!” Hitler si sforzava di rasserenare gli animi consigliando periodi di vacanza, che rimanevano progetti irrealizzabili a causa della delicata congiuntura politica. Dopo la sanguinosa epurazione, nel giugno del 1934, di ogni residua opposizione al potere di Hitler dentro e fuori al partito nazista, Goebbels poté godere di più tempo libero, ma la sua famiglia non ne beneficò affatto. La sua attività di seduttore seriale invece si intensificò, alimentando in tutta Berlino pettegolezzi così insistenti da mettere in imbarazzo Magda nelle sue uscite pubbliche. Alla sfacciata infedeltà del marito, che talvolta non mostrava neppure il tatto di intrattenersi con le sue amanti lontano dal tetto coniugale, Magda reagiva in pubblico ostentando una dignitosa rassegnazione, ma tra le mura domestiche le umiliazioni subite le provocano frequenti attacchi di emicrania, insonnia e continui sbalzi di umore.
Verso la fine del 1934, dopo aver sfiorato il divorzio, i Goebbels giunsero ad una nuova tregua, la passione tra loro non era del tutto sopita, al rientro a Berlino da una breve vacanza nella Foresta Nera durante il periodo natalizio Magda scoprì di essere incinta per la quarta volta.
In previsione dell'ulteriore allargamento della famiglia, i Goebbels incaricarono l'architetto favorito di Hitler, Albert Speer, di ricavare nuovi spazi all'interno del palazzo di  Göringstrasse. Durante i lavori di ristrutturazione Magda e le figlie si trasferirono a Kladow, Joesph, impegnato a preparare il terreno propagandistico alle continue svolte politiche del regime, dall'approvazione delle leggi di Norimberga all'avvio del riarmo della Wehrmacht, rimase invece a Berlino, dove disponeva di un confortevole appartamento privato presso la sede del ministero. Lontano dagli occhi della moglie, il ministro tornò a dare libero sfogo ai suoi insaziabili appetiti sessuali. Come padrone incontrastato del cinema tedesco disponeva, tra attrici ed attricette, di una “riserva di caccia” pressoché illimitata e non si risparmiò.
Il 2 ottobre del 1935, dopo un lungo ricovero in clinica, Magda partorì in tanto atteso figlio maschio, Helmut. Goebbels, raggiante di gioia offrì champagne a tutto il personale della clinica per festeggiare. Nelle settimane successive sul suo diario ricomparvero accanto al nome di Magda aggettivi da tempo scomparsi come cara, gentile, deliziosa.
Avendo tre figli in tenera età a cui badare, più il suo primogenito Harald, di cui aveva ottenuto, non senza qualche pressione di Joseph, l'affidamento da parte di Quandt, Magda finì per diradare le sue apparizioni pubbliche. A trarne vantaggio fu la seconda moglie di  Göring, Emmy Sonnemann che, sospinta dalla smodata ambizione del marito oltreché dalla sua popolarità di attrice teatrale, le contese il ruolo di first lady del regime. Il matrimonio dei Göring nell'aprile del 1935 era stato regale, oltre 30.000 membri delle formazioni paramilitari del partito erano allineati lungo la strada imbandierata che conduceva alla cattedrale di Berlino, mentre duecento aerei volteggiavano festosi nel cielo. Da quell'esordio spettacolare non mancavano ad un ricevimento ufficiale o ad una serata di gala, rubando la scena a tutti gli altri gerarchi ed alle loro consorti. Goebbels, che fin dagli albori del partito nazista aveva definito Göring una “montagna di merda ghiacciata”, non risparmiava il sarcasmo verso la megalomania della nuova coppia “reale” prussiana e non perdeva occasione per far giungere alle orecchie del  Führer le notizie più malevoli sui loro eccessi, sulle loro stravaganze e sui loro sperperi.

La rapida ascesa sociale di Emmy non intaccò comunque il ruolo di Magda né come confidente di Hitler, né come madre modello del regime nazista. In questa veste, cucitale addosso dalla propaganda orchestrata dal marito, poté godere di una certa popolarità che si tradusse in un flusso costante di lettere a lei indirizzate da donne di ogni estrazione sociale. Magda affidò il compito di smistare quella massa di richieste di intercessioni, di aiuti materiali, di consigli coniugali e di semplici attestazioni di stima a Frau Freybe, una sua vecchia compagna di pensionato. Ogni lettera riceveva una risposta, l'appartenenza  o meno al partito e l'anzianità di tesseramento costituivano elementi preferenziali nel caso di interventi più complessi ed impegnativi.

(Continua)

Roberto Poggi



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