mercoledì 28 maggio 2014

Grand Hotel

       L'osservazione è assai banale, ma la vita somiglia davvero alla lobby di un grand hotel. Gente che va, gente che viene...
       Fosse per me, la lobby del mio hotel sarebbe molto grande e dovrebbe consentire, magari cercando un po', di trovare le persone che hanno diviso il mio passato, nel bene come nel male. La vita, però, non si piega ad assecondare i miei desideri, per cui resto nella lobby, a guardare chi se ne va, o a ricordarlo, e ad osservare chi viene.
       Di norma, sono molto solitario, ma non mi rinchiudo mai di fronte a volontà di dialogo. Cerco solo di capire - l'esperienza me l'ha insegnato - se si tratti di volontà autentiche o interessate, perché delle seconde sono molto diffidente. Promettono paradisi e recano solo dolori, grandi o piccoli. Tuttavia, non intendo rinchiudermi in me stesso. Sono pieno, direi saturo, di amarezze - questo è vero - ma non sono chiuso al mondo. Tra mille persone sbagliate, ci può essere quella giusta, quella che ti regala un sorriso, un lavoro ben fatto, una gentilezza, una delicatezza, l'apporto della sua intelligenza o della sua cultura, la sua dolcezza e mille altre piacevolezze. Ho perso molto tempo a inseguire miraggi, archetipi, sogni. Non ne sono pentito. Li credevo veri. Non lo erano. Sono più attento alla verità, da un po' di tempo a questa parte e quest'ultima - come qualunque anche modesto cultore di Gramsci sa bene - è sempre rivoluzionaria, cioè muta gli assetti, le relazioni, le cose. Non è statica, ma incredibilmente dinamica, anche se molti preferiscono fingere di non accorgersene.
       Sono sempre molto ferito, forse perché ho dato molto di più di quello che ho ricevuto, ma è la vita che mi ha ferito e comunque ho chi mi medica.

                      Piero Visani



                           
      

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