Piero Visani
Lo stratega mediatico
Ministero della Difesa, Roma, 1998 - pp. 113
Collana CeMiSS (n. 92)
Inquadramento
Nel mondo occidentale, i mezzi di comunicazione di massa con la loro copertura globale e la capacità di diffondere notizie in tempo reale, ma pure con la possibilità di amplificare a loro piacimento anche il minimo episodio, decidendo in piena autonomia il grado di rilevanza politica di ciascun evento dispongano di un potere rilevante che è frutto, tra le altre cose, di una grossa carenza di leadership politica. L'apice di questo potere, di questa massiccia capacità d'influenza sulle dinamiche d'opinione, è da qualche anno a questa parte rappresentato dalla cosiddetta videopolitica.
La televisione, tuttavia, ha i suoi limiti, a cominciare da un eccesso di emotività, da forti esigenze di spettacolarizzazione, dalla mancanza di approfondimento, dalla propensione a sostituire la realtà con l'irrealtà. Ne consegue che la videopolitica è estremamente pericolosa, poiché obbliga i responsabili politici ad agire non sulla base di un chiaro disegno strategico ma sull'onda di impulsi immediati, provenienti dall'esterno e accresciuti dalla pressione di un' opinione pubblica emotivamente influenzata dai media. Tutto ciò toglie razionalità alla gestione delle crisi e dei conflitti ed obbliga i governi, in tali circostanze, a disporsi a combattere su due fronti: quello propriamente operativo e quello mediatico.
Proprio per questa ragione è ormai evidente che, in futuro, allo stratega operativo si dovrà sempre più affiancare lo stratega delle immagini.
Finalità
Lo studio si ripromette di delineare le caratteristiche ed i compiti dello stratega mediatico, cioè di quell'Ufficiale al quale è affidato il compito, operando in stretta connessione con i vertici politico-militari di uno Stato, di dare una veste comunicativa credibile e soprattutto accettabile al grande pubblico a quanto il potere statale decide di realizzare in campo militare.
Contenuti
La ricerca si articola in cinque capitoli ed una conclusione. Il primo capitolo è dedicato all'illustrazione dei precedenti storici dell'impiego dello stratega mediatico (Vietnam, Falkland, Grenada, Guerra del Golfo e Conflitto nella ex-Jugoslavia).
I capitoli secondo e terzo trattano, rispettivamente, delle funzioni da svolgere nei rapporti con il mondo dei media e con l'opinione pubblica, e dei limiti e delle modalità di coordinamento dell'azione mediatica nei riguardi della condotta delle operazioni. Nel capitolo quarto sono illustrate le principali caratteristiche della figura morale e professionale dello stratega mediatico, mentre in quello successivo viene delineato il suo iter formativo.
Nelle conclusioni viene auspicata un'attenzione particolare da parte delle Forze Armate italiane a questa nuova entità professionale destinata a divenire una figura chiave del passaggio dell'Italia ad una maggiore consapevolezza di sé e del suo ruolo internazionale.
Piero Visani
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