Continua - ormai inarrestabile - la spirale fiscale che sta letteralmente uccidendo l'Italia. Ora è la volta di un altro punto di IVA, dal 21 al 22%. Logica vorrebbe che, per rilanciare i consumi e dare un po' di ossigeno a un'economia che si sta avviando al disastro, l'IVA venisse abbassata, non aumentata, ma - quesito essenziale - alla categoria dei percettori interessa qualcosa delle sorti della Nazione? Ovviamente no! A loro interessa soltanto proseguire in una spirale che dura esattamente da un ventennio e che non ha prodotto una sola inversione della deriva che si intendeva - a parole... - bloccare, vale a dire l'aumento del debito pubblico, che infatti è continuato allegramente a lievitare, fino a travolgerci tutti.
L'Italia dei percettori - di quelli che, per poter avere uno stipendio netto da 600.000 euro l'anno se ne assegnano uno lordo di circa il doppio, così risultano anche fiscalmente "virtuosi", mentre noi poveri produttori dobbiamo innanzitutto cercarci un mercato e poi, se e quando siamo riusciti a trovarlo, con inenarrabili sforzi, ci vediamo decurtare i nostri introiti di cifre che vanno dal 70 all'87% per mantenere i percettori - ha letteralmente spazzato via una Nazione un tempo prospera e ora si appresta alla fase più difficile. Eh sì, perché una volta fatti a pezzi noi (e non è detto che sarà un'operazione del tutto indolore, in quanto chi ha le spalle al muro o i piedi sull'abisso poi non si contenta più di suicidarsi, ma magari comincia allegramente a "suicidare"...), dovranno ovviamente cominciare a mangiarsi fra loro.
Trovo infatti risibile lo zelo con cui i piccoli tirapiedi della classe percettrice compiono il loro pseudodovere senza rendersi conto che, una volta spariti i produttori, totalmente "vampirizzati" dal Moloch burocratico e statale (e ormai ci manca poco), toccherà a loro, perché i grandi percettori, non producendo niente e non avendo più produttori da spogliare, dovrammo inevitabilmente cominciare a rifarsi sui piccoli percettori. E lo faranno senza esitare.
Questa spirale in effetti è chiarissima. Quando - molto presto - lo Stato italiano NON avrà più abbastanza soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, non avendo più produttori da depredare, perché o li avrà depredati tutti, o saranno fuggiti, o si saranno suicidati per disperazione, non potrà fare altro - come ogni Moloch che si rispetti - che cominciare a divorare se stesso e quindi i grandi pescicani di Stato cominceranno a depredare i piccoli, diminuendo i loro stipendi e costringendoli prima alla fame e poi alla morte per inedia.
E' un quadro già tracciato, chiaro, evidente, inevitabile, se non con uno scatto di furiosa ribellione. Se tale ribellione non ci sarà, saremo tutti morti, uccisi dal Moloch omicida dello statalismo. E' una storia già scritta, più volte: perché l'Italia dovrebbe esserne immune? Se la si sa leggere, Historia magistra vitae, sempre.
Piero Visani
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