Dopo esserci sorbiti per qualche decennio infinite tirate moralistiche sulla spregiativa definizione mussoliniana delle elezioni come "ludi cartacei", i "maestri di democrazia" nostrani si sono stancati delle medesime (non delle tirate moralistiche, proprio delle elezioni...) e hanno deciso che votare non serve a niente.
Personalmente, l'ho sempre detto - anche in illustre compagnia - ma ora vedo che il numero degli spregiatori dei "ludi cartacei" sta aumentando in maniera esponenziale, nella nostra casta politica.
Terrorizzato da simili "compagni di viaggio" e sapendo bene che non diventerò mai un estimatore della democrazia, né di quella vera (ma esiste?) né di quella falsa (con cui mi trovo a fare i conti da quanto sono nato), mi rifugio nell'ironia e apprezzo con un risolino sarcastico lo straordinario senso di coerenza di quei "sinceri democratici" che ora, nel loro infinito spirito predatorio, legittimati dalla "naturale superiorità" della loro ideologia, hanno deciso che votare non serve più. Forse servirà solo se a pagamento, come nelle primarie del Pd...
Tutto questo mentre - la citazione gaberiana è d'obbligo - "e l'Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar..."
Chi nasce servo, non diventerà mai padrone di sé e del proprio destino, e si farà pure prendere per i fondelli dagli amanti di una democrazia che preferisce consultare il meno possibile il demos...
Piero Visani
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