Un riferimento, in data odierna, su Dien Bien Phu, mi ha fatto venire in mente la tematica dei "soldati perduti", cui, nel lontano 1967, George A. Kelly dedicò un libro omonimo (Sansoni), che mi piacque molto e che credo abbia influenzato non poco la mia visione delle cose militari e del rapporto tra guerra e politica.
Mi colpì, in particolare, il tema di una professione intrisa di valori di dovere e onore in un contesto come quello delle società democratiche postbelliche, sempre più penetrate da valori mercantili.
Ci ho ripensato rivedendo giorni fa uno splendido film di Pierre Schoendoerffer, "La crabe-tambour" ("L'uomo del fiume", in italiano), uscito nel 1977.
Credo che ci tornerò su, non appena avrò tempo, non solo per il tema in sé, ma perché amo quelle vite in cui i protagonisti si interrogano di continuo su se stessi, si mettono in discussione, riflettono sull'evoluzione della loro professione e del loro ruolo nel mondo, in preda al dubbio che le certezze che li hanno animati a lungo non trovino riscontro in una realtà in continuo mutamento, alla quale i loro principi ispiratori risultano ogni giorno più estranei, per non dire confliggenti.
Ma consiglio la visione del film a chiunque ami il tema (e il cinema, perché sono fatti bene), e ami altresì la problematica della Guerra d'Indocina e di quella d'Algeria.
Piero Visani
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