Produzione industriale in caduta libera; valutazioni internazionali di fonte attendibile che pongono l'Italia al secondo posto tra i Paesi peggio governati al mondo, dietro al Venezuela; bande criminali che spadroneggiano in lungo e in largo, senza che nessuno tenti di fermarle; consiglieri regionali che non pagano le tasse, fregandosene bellamente delle ingiunzioni.
L'Italia è ancora uno Stato? Pare una domanda del tutto retorica: ovvio che no. Ne sopravvive, ma solo come finzione, qualche funzione, ad esempio quella della fiscalità, perché anche le farse hanno bisogno di soldi per continuare ad essere rappresentate. Quanto al resto, un crollo totale di legittimità e ciascuno che cerca ovviamente, nel collasso generale, di trovare una propria via di fuga e salvezza.
Nel bel mezzo di tutto questo, qualche simpatico scioccone si prende ancora sul serio e ci parla - da vari pulpiti - come se questo Paese esistesse ancora. Suvvia, siamo seri: l'unico residuo di Stato che è rimasto in Italia è quello di un fisco da rapina ed è sopravvissuto non a caso ma perché, senza l'imposizione fiscale, il sistema non sopravviverebbe a se stesso e non avrebbe denari per mantenere i propri membri e i propri clienti.
Ormai le funzioni dello Stato italiano si sono esaurite e sono rimaste solo le finzioni. Dolorose, ma del tutto inutili, e nessuno si sente più motivato ad agire per il "bene comune", perché, nel solo farvi riferimento, gli si affacciano alla mente certi volti che lo inducono alla fuga, per il suo bene personale e privatissimo.
E' tutto finito, ma un formale atto di morte gioverebbe assai di più che questa ridicola agonia.
Piero Visani