venerdì 29 gennaio 2016

Il perturbatore

       Un amico e coetaneo mi sorride - con bonomia mista a un accenno di compatimento - chiedendomi tra il serio e il faceto (ma più vicino al primo che al secondo) come io possa essere così radicalmente ideologico nella mia visione del mondo, malgrado lo scorrere del tempo.
       Ci penso un po' su e mi chiedo - tra me e me - in che cosa io sia davvero cambiato. A me pare davvero in poco. Mi sono sempre accostato al mondo per offrire qualcosa, non per prendere. A tutti i livelli e in tutti i campi. Ho masticato bocconi amari, ma ho molto conosciuto e molto rischiato.
       Sono stato spesso messo all'indice, forse più a livello personale che ad altri, ma anche di quello non sono pentito. I bigottismi, comunque mascherati, sono sempre noiosissimi, e il "vivere di meno" è infinitamente più insoddisfacente e noioso del "vivere di più".
      Così, tirando le somme, non penso minimamente di aver "vissuto ideologicamente", ma di aver vissuto in conformità alle mie idee. Ho lanciato molto sovente stimoli, assai raramente raccolti. Tuttavia, quando sono stati raccolti, credo siano stati interessanti.
       Ancora oggi ne lancio moltissimi, ma non è un vezzo o una provocazione, è solo il mio modo di vivere, di affrontare la quotidianità. Difficile che arrivi a sera senza aver letto un capitolo di un libro, un articolo, senza aver visto lo spezzone di un film o di un serial, senza aver ascoltato della musica, senza aver indagato su qualche tema culturale che, nel corso della mia giornata, abbia attirato la mia attenzione.
      In definitiva, ho passato la mia vita a cercare. Mentirei se dicessi che ho trovato, ma certo ci ho provato. Tre-quattro persone che mi abbiano apprezzato le ho incontrate: potevo pretendere di più? E poi - come mi è stato detto a suo tempo - sono (e resto) un grande perturbatore. E anche se chi me lo disse non voleva assolutamente farmi un complimento, a mio avviso me lo fece, grandissimo. Al punto che è una definizione che mi porto dietro con estremo affetto. Sì, sono un perturbatore e tutti i miei (molti) problemi e i miei (pochi) successi nascono proprio da quello: adoro destare turbamento. Si tratta di un ottimo viatico per incorrere nella damnatio memoriae, ma serve ad incontrare se stessi specchiandosi negli altri, e viceversa. Quando tale specularità nasce, si è felici.

                                        Piero Visani