sabato 9 giugno 2018

"Abbiamo altri programmi"

       Non c'è nulla di più soddisfacente, quando ti sbattono fuori da qualche gruppo presunto elitario - retto soltanto dalla potenza delle armi e dei denari ma incline a farsi passare per "il migliore dei mondi possibili" (e invero lo è, per chi al suo interno comanda, per chi ubbidisce un po' meno...) - e poi, per sparigliare le carte, ti invitano a rientrare, che rispondere: "Abbiamo altri programmi", modalità elegante per mandare a quel Paese gli "esperti da apericena" che (s)governano il mondo occidentale.
       Il pianeta sta cambiando, molto rapidamente, e la velocità del cambiamento è destinata a crescere. Ci si addentra in "terre incognite", con qualche comprensibile preoccupazione ma anche con la formidabile certezza che le "terre cognite" ormai altro non sono che un'immonda cloaca a cielo aperto, dove il massacro dei deboli (che non sono i migranti, ma in primis gli autoctoni) viene perpetrato con esibita soddisfazione dai beati possidentes.
       Qui a Torino, gli apologeti del Gruppo Bilderberg invitano spocchiosamente "populisti e sovranisti" a far vedere "che cosa sanno fare". Personalmente, mi basterebbe che "non sapessero fare" che cosa hanno fatto fin qui gli oligarchi e soprattutto che non mi (ci) prendessero in giro venendoci a raccontare che il sistema più elitario e censitario del mondo sia a favore del "popolo". Suvvia, poveri senz'altro - grazie alla vostra costante azione predatoria - ma anche sciocchi è forse pretendere un po' troppo dalla nostra natura di conclamati underdog. Noi, del "migliore dei mondi possibili", conosciamo solo le fogne e in verità possiamo testimoniare che non differiscono in alcunché dai sistemi di scolo di altre famiglie politiche. Quello che c'è in superficie, e ancora più su..., non lo vediamo e dubito che ci sarà mai data occasione di farlo. Ecco perché anche noi - come Putin - ci permettiamo di dire che "abbiamo altri programmi"...

                       Piero Visani



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