Due anni fa, nel bel mezzo di un'esplosione di collera, dopo aver sistemato i conti in sospeso mi abbandonai al facile gioco di dare colpe agli altri. Reazione comprensibile, ma errata. Quando hai tutti gli elementi di valutazione davanti agli occhi, e non capisci le persone e le situazioni, la responsabilità non è altrui, è proprio tutta tua.
Io avevo pregressi, indicazioni precise, prese in giro reiterate, ma preferivo far finta di non vedere. Mi illudevo e forse, da giocatore qual sono, magari mi andava l'idea di giocare la partita fino in fondo.
Una volta aperti gli occhi, non posso che rimproverare me stesso e ringraziare quei buoni amici che avevano cercato di aprirmeli per tempo, a cominciare da colui che, per quanto involontariamente, è stato alla radice di tutto questo.
Purtroppo, sono molto duro e tenace, e difficilmente esco di scena prima di aver fatto tutto quanto ritenevo giusto fare.
Ora però, a situazione incredibilmente migliorata, non posso che dare la colpa a me stesso: il mondo è pieno di "profumiere" e non averne riconosciute alcune, alla mia non più verde età, non è stato un problema loro, ma assolutamente mio. Tuttavia, la mia scelta, in certi casi, consiste solo e sempre nel "passare attraverso" le situazioni e - nel caso ci rimangano in mezzo - anche le persone. Sono stato colpito e ho colpito, e - nel colpire - ho fatto affidamento al mio mai negato amore per l'overkilling. Tutti possono sbagliare, io però ho restituito deliberatamente, nella logica di "colpirne alcune, per educarne cento". Ma gli errori di valutazione restano tutti miei e ho fatto grandissimo tesoro dell'esperienza.
Piero Visani
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