Secondo voi, l'ineluttabilità è un principio democratico? Personalmente, ho qualche dubbio, in quanto, se una cosa è ineluttabile, avviene sia che a me piaccia sia che no. Quale potere di decisione ho sulla medesima?
Di natura insofferente e poco o punto predisposta alle prese in giro, nutro un fastidio direi fisico per l'universo mediatico italico, in questi giorni saturo di considerazioni sulla "stangata fiscale di fine anno" che fanno sembrare un dilettante il mitico Leopold von Sacher-Masoch, il quale - particolare non trascurabile - poteva pure vantare una sua "Venere in pelliccia", dispensatrice al tempo stesso di dolore e piacere, mentre io - a livello fiscale - vedo per noi solo dolore. Piacere zero, a meno di non credere - come tentano di far credere ai nostri figli - che "pagare le tasse sia bellissimo" (per lo Stato che le incassa, certamente, ma per noi...?).
Tuttavia, il quesito che mi pongo è un altro: ma i pennivendoli e i "vocivendoli" che ci tediano da mane a sera con le loro considerazioni ispirate al più deprecabile servilismo, potrebbero almeno risparmiarci la presa per i fondelli? Eh sì, perché pare che tutte le sciagure fiscali che ci stanno scaraventando addosso cadano dal cielo.
No, signori miei, non cadono dal cielo: cadono da un sistema malato e marcio, dove spesa pubblica e ruberie (ammesso e non concesso che le due si possano distinguere, il che non credo...) sono un unico aspetto di una gigantesca trasmigrazione di denaro dal privato al pubblico. Non a caso, in tutti questi anni di tentativi (si fa per dire...) di "raddrizzamento della baracca", la spesa pubblica non è MAI diminuita e il debito pubblico è SEMPRE cresciuto.
Allora, dove sta l'ineluttabilità che ci viene presentata? In nient'altro che nel nostro masochistico servilismo, nel pagare sempre e comunque, nel cedere costantemente a una banda di delinquenti e ricattatori i quali, sapendo che le loro vittime pagano, alzano costantemente la posta del ricatto.
Mio padre, quando ancora ero bambino, era solito dirmi che, per riuscire a ricattare qualcuno, bisogna essere in due (ricattatore e ricattato, con il secondo disponibile a subire il ricatto stesso). Così, adeguatamente ammaestrato dagli insegnamenti paterni, non ho mai subito un solo ricatto in vita mia e ho sempre affrontato serenamente la mia sorte, quale che fosse. Odio troppo i miei nemici per ipotizzare di potermi fare ricattare da loro.
Ecco che cosa ci manca, un lucido odio contro chi ci ha ridotto così. In mancanza di quello, tutto diventa possibile, anche le sciocchezze sull'ineluttabilità. Ineluttabilità di che, della nostra schiavitù?
Suvvia, siamo seri...
Piero Visani
Nessun commento:
Posta un commento