martedì 2 dicembre 2014

L'importante è finire


       Tra le tante ipotesi sugli esiti definitivi della catastrofe (indotta...) che stiamo vivendo, ritengo che sia notevolmente sottorappresentata la conclusione più semplice e più banale, a parte il fallimento: la chiusura progressiva di ogni attività, la trasformazione di un Paese un tempo relativamente benestante in un deserto di pensionati (a rischio pensione...) e di dipendenti pubblici (a rischio posto di lavoro e stipendio, sulla pensione non ci farei più molto conto...).
       Il fenomeno ormai è generalizzato e le chiusure di industrie, esercizi commerciali, attività professionali, si susseguono giorno dopo giorno a ritmo crescente, privando i "percettori" della loro preda più ambita: "i produttori", ormai soggetti avviati all'estinzione, per fuga, fallimento, disperazione e/o morte.
       Sarà interessante vedere come si articolerà la nuova fase, quando - una volta scomparsi i "produttori" - i "percettori" dovranno scannarsi tra loro per la spartizione delle scarse risorse residue. Anche se visto da fuori e - auspicabilmente - da lontano, e pur se si è soliti dire che "cane non morde cane", io ritengo invece che i "cani", anzi le "iene"..., cominceranno a mordersi eccome, tra loro, e mi auguro vivamente che si facciano reciprocamente molto male, anzi malissimo, visto che le "iene" grandi non avranno minimamente pietà di quelle piccole. E' la lotta per la sopravvivenza che impone questi comportamenti, e non c'è "buonismo" di facciata che tenga: come sempre, "mors tua, vita mea"!
       L'importante è finire...

                         Piero Visani

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