Quando sento parlare di "morale", in genere mi irrito vagamente. Quando sento parlare di comportamenti "virtuosi" da parte di gente che "faceva la cresta" sui biglietti aerei, mi irrito anche un po' di più.
Se non ricordo male, il concetto di "democrazia guidata" venne introdotto dal dittatore indonesiano Sukarno, a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta. Il personaggio divenne oggetto di pesanti prese in giro da parte dei media occidentali, ma occorre oggi riconoscere che fu un precursore.
Non sono mai stato un estimatore della democrazia, anzi, ma devo dire che l'intuizione della "democrazia guidata" fu semanticamente brillante. Si prende un popolo di pecore, lo si terrorizza quanto basta e poi si dice che ha scelto i propri dirigenti e che ha bisogno di guida, per non sbandare.
Nascono così situazioni divertentissime: un presidente della Commissione UE, noto trasformatore del suo Paese in un "paradiso fiscale" legalizzato, che viene a fare la morale a uno dei popoli più fiscalmente tartassati del mondo e minaccia pure "spiacevoli conseguenze" per il medesimo, in stile - in verità - molto più mafioso che democratico.
Un capo di Stato che si dice preoccupato di furti e ruberie, ma molto di più dell'"antipolitica", che altro non è se non una reazione istintiva a tali oscene nefandezze. E via sghignazzando.
Pressoché ovunque, soggetti del genere avrebbero politicamente vita breve. In Europa e in Italia piacciono e raccolgono consensi, in quanto, dall'alto dei loro vizi privati, ci insegnano "pubbliche virtù" e magari dicono pure che Grillo è un comico. Lo sarà pure, ma dilettante. Loro invece della comicità sono professionisti imbattibili e, della presa per i fondelli, inarrivabili maestri!
Piero Visani
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